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Next Stop, Somewhere | L’amore, il Covid e quelle vite in bilico tra Taiwan e Malesia

Al Far East Film Festival di Udine ecco il film di James Lee e Jeremiah Foo. Ma com’è?

Next Stop, Somewhere
Due storie, tra Malesia e Taiwan: il viaggio di Next Stop, Somewhere

UDINE – Questa edizione del Far East Film Festival numero 27 sembra davvero essere quella della frammentazione, perché dopo due pellicole come Like a Rolling Stone e My Friend An Delie arriva ora in concorso un altro film molto segmentato e diviso da due storyline che si mescolano e si incrociano ripetutamente: Next Stop, Somewhere diretto da James Lee e Jeremiah Foo, due registi che hanno addirittura girato autonomamente e con due troupe differenti i due segmenti cardine del film e che poi hanno montato tutto dentro un film capace di mantenere una straordinaria coerenza tematica, fotografica e narrativa. Le due storie sono apparentemente dislocate e indipendenti l’una dall’altra nel tempo e nello spazio: la prima è ambientata durante il periodo del Covid a Taiwan, la seconda invece negli anni Sessanta, in Malesia.

Next Stop, Somewhere
Kim e il viaggio in Malesia: una scena di Next Stop, Somewhere

Huang (Anthony Wong) è un attore di Hong Kong che desidera rifarsi una vita a Taipei; organizza il trasloco, ma a causa di un tempismo sfortunato si ritrova confinato in un hotel per la quarantena. A peggiorare la situazione, scopre che trasferire fondi da casa non sarà affatto semplice. Nell’albergo conosce Qian (Angel Lee), la donna delle pulizie che si occupa di portargli i pasti con cui parla attraverso lo spioncino della porta e instaurerà un rapporto che cambierà entrambi per sempre. Parallelamente, Kim (Kendra Sow), originaria del Vietnam, viene venduta dal padre ed emigra in Malesia per sposare Loong, un sedicente uomo ricco, che la compra per avere stabilità e un figlio. Kim, appena arrivata, scopre con amarezza che Loong non è poi così benestante e si trova catapultata in un luogo dove non conosce la lingua e la cultura, e le continue pressioni dei parenti di Loong che la spingono a essere una moglie dedita e remissiva al marito. Messa alle strette, Kim trova conforto in un altro uomo e scopre cosa significa amare.

Il secondo segmento del film, ambientato durante il Covid.

James Lee e Jeremiah Foo disegnano quattro personaggi distanti ma legati dal desiderio di libertà, ognuno intrappolato nella propria prigione: Huang non riesce a lasciare emotivamente il proprio Paese e si trova costretto in quarantena; Qian è intrappolata in una relazione da cui non riesce a uscire; Kim è ingabbiata in un futuro che non ha potuto scegliere, Loong è incatenato dalle aspettative di una famiglia. Nel confronto e nello scontro questi personaggi troveranno il modo di provare a essere liberi in un modo personale. Next Stop, Somewhere è congegnato per essere vissuto e guardato come una fuga: il 4:3 strettissimo prima toglie il fiato, poi diventa un luogo in cui si riesce a trovare uno spiraglio verticale verso la libertà che trovano i personaggi, legati da una banconota da cento dollari che collega la storia attraverso lo spazio e il tempo e che porta con sé un messaggio quasi tangibile: la libertà ha un prezzo, ma la vera libertà si ha quando si può scegliere…

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  • VIDEO | Qui il trailer di Next Stop, Somewhere:

 

 

 

 

 

 

 

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