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Monica Bellucci: «Io, Irréversible e il cinema che ti fa crescere»

L’attrice, insieme a Vincent Cassel, ha presentato a Venezia la versione integrale del film di Gaspar Noé.

VENEZIA – Riavvolgere il nastro e rivivere anche solo un giorno del passato? Si può fare solo al cinema. Dove, in rarissime eccezioni, è persino possibile aggiustare il tiro, inserire delle modifiche e ottenere un’esperienza più completa. È il caso di Gaspar Noè che ha portato alla Mostra di Venezia la versione integrale di Irréversible, la pellicola shock del 2002 con la coppia Vincent Cassel e Monica Bellucci. A quasi due decenni di distanza, le reazioni rispetto ad una storia d’inaudita violenza sulla protagonista, Alex (la Bellucci), restano invariate, o semmai si amplificano grazie al megafono del Time’s Up. In questo clima femminista s’inserisce con eleganza la star italiana che racconta l’esperienza sul set e rivede alla luce dell’attualità i rischi corsi con la famosa scena del tunnel, in cui la donna viene stuprata selvaggiamente.

Monica Bellucci
Monica Bellucci in una sequenza di Irréversible

Cosa cambia nel film con questo nuovo montaggio?
Si evidenza ancora di più il contrasto tra bellezza e violenza, temi che innescano la polemica ma che vanno affrontati soprattutto rispetto alle nuove generazioni, molto più preparate di quanto non fossimo noi alla loro età. La brutalità dell’abuso può toccare chiunque, ma questo progetto non intende fare la guerra, semmai scatenare un dibattito.

Cosa ricorda del set?
Abbiamo girato di fretta ma l’atmosfera di violenza era solo nella storia, io mi sentivo perfettamente protetta, in una specie di zona franca che mi ha permesso di provare i movimenti come se fosse una danza. Anzi proprio nella scena del tunnel mi sono sentita al timone del mio corpo, avevo un potere assoluto e l’ho usato come strumento del mestiere, totalmente distaccata da ciò che simulavamo. Non posso negare che sia stata un’esperienza forte, ma all’epoca stavo con Vincent e mi sentivo protetta.

Monica Bellucci
I tre protagonisti di Irréversible

Un momento di cui va orgogliosa?
Il piano sequenza di 20 minuti, che mi è capitato per la prima e anche ultima volta nella mia carriera. Una libertà simile la sperimenti solo a teatro.

Tornando alla scena dello stupro, come si è preparata?
Quel giorno ho chiesto di stare da sola, non volevo vedere nessuno e così è stato. Ma prima abbiamo coreografato ogni pugno ed ogni calcio perché muovessi la testa e il colpo al momento giusto per non essere colpita davvero. Solo una cosa farei diversamente, un dettaglio di me che mi ha infastidito ma che non mi sento di rivelare.

Monica Bellucci
Monica Bellucci e Vincent Cassel in una scena di Irréversible

Cos’ha imparato da quel set?
Che facciamo cinema per prenderci dei rischi e parlare di temi che ci fanno evolvere. Pensa ad Arancia meccanica, un pugno nello stomaco che però apre un dibattito sociale.

A proposito di rischi, si cimenterebbe sul palco dell’Ariston?
Non lo so, non sono brava a condurre e lascerei il palco a chi lo sa fare, ma vedremo.

Monica Bellucci
Il regista di Irréversible Gaspar Noé assieme a Vincent Cassel e Monica Bellucci

Ci parla de I migliori anni della nostra vita di Claude Lelouch, in sala dal 19 settembre?
Nel film ho solo una scena ma molto forte, non è questione di minutaggio ma di poter lavorare con i più grandi. E io continuo a scegliere d’istinto, in questo caso si vede come l’età non sia anagrafica ma vada legata all’energia. Si mette in scena un amore enorme tra la tristezza del passato ormai svanito e la felicità di poter ancora provare sentimenti forti.

Rifarebbe Irréversible oggi?
Non si può tornare indietro, anche le cadute sono necessarie alla rinascita, comunque ci penserei molto prima di accettare, ora sono madre.

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