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Milano Film Festival: da Thunder Road a Luz, ecco tutti i vincitori

Tra sold out, corti, lungometraggi, scoperte e incontri si è conclusa la XXIII edizione del MFF

Jim Cummings in una scena di Thunder Road.

Finisce in festa questa XXIII edizione del Milano Film Festival, con il doppio sold out all’Anteo per le due proiezioni del Leone d’Oro Roma di Alfonso Cuarón, e con una premiazione ricca di pubblico in sala, ospiti e vincitori: dal premio per il miglior corto assegnato dai ragazzi de Il Terzo Segreto di Satira in veste di giurati, fino al vincitore del Concorso Lungometraggi con la giuria capitanata da Mauro Pagani, passando per i premi del pubblico (consegnati proprio da noi di Hot Corn) e le varie menzioni speciali come quella proposta da CHILI.

Da sinistra Andrea Morandi, Emiliano Dal Toso e Jacopo Conti all’Hot Corn Social Club. Foto di M. Santacatterina

Abbiamo seguito questo festival con passione, viaggiando attraverso i cinque continenti grazie al potere del cinema, e incontrando, durante l’appuntamento quotidiano con l’Hot Corn Social Club, in piazza XXV Aprile, registi, attori e produttori come Jim Cummings, Raiz, Tilman Singer, Kasper Rune Larsen e, tra gli altri, la Palma d’Oro Charles Williams, ognuno col proprio piccolo mondo da condividere.

Ecco i vincitori di tutte le categorie

PREMIO DELLO STAFF: Hamama&Caluna di Andres Muggli
Motivazione: «Al cortometraggio che ha saputo commuoverci portando con delicatezza sullo schermo l’amicizia inaspettata di due giovani rifugiati attraverso un intimo viaggio verso la libertà».

Hamama&Caluna di Andres Muggli

PREMIO APRILE CORTOMETRAGGI: Palookaville di Sem Bucman & Pim Algoed
Motivazione: «Una commedia che sa affrontare a ritmo di jazz le molte fragilità nascoste del mondo maschile, che rarmente vengono sottolineate e che invece dovremmo sempre tenere in considerazione, oggi più che mai. Per il ritratto ironico e pungente di una situazione quanto mai attuale, la doppia crisi della mascolinità e della figura paterna».

Palookaville di Sem Bucman & Pim Algoed.

PREMIO APRILE LUNGOMETRAGGI: Luz di Tilman Singer
Motivazione: «Per l’altissima qualità della realizzazione tecnica (sorprendente in un film di diploma) unita a un’intelligente rivisitazione dei luoghi topici dell’horror. Per il carattere indipendente e non banalmente indie del film, iconoclasta ma mai pretenzioso».

HOTCORN AUDIENCE AWARD CORTOMETRAGGI: Tracing Addai di Esther Niemeier

Tracing Addai di Esther Niemeier.

HOTCORN AUDIENCE AWARD LUNGOMETRAGGI: Thunder Road di Jim Cummings

Una scena tratta da Thunder Road di Jim Cummings.

MENZIONE SPECIALE PREMIO CHILI: The Merci of the Jungle di Joel Karekezi
Motivazione: «CHILI ormai da anni cerca di coniugare le grandi produzioni al cinema indipendente, portando al proprio pubblico soprattutto storie. Questo film riesce nell’intento di raccontare qualcosa di vero, che tutti dovremmo sapere, attraverso una poetica che si rifà ai migliori esemplari del suo genere»

Una scena di The Merci of the Jungle di Joel Karekezi.

1^ MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA CORTOMETRAGGI: Tungrus di Rishi Chandna
Motivazione: «Per l’originalità della storia, sicuramente. Ma non solo, perché non basta immaginarsi una famiglia indiana alle prese con un gallo per essere divertenti. Questa è la fole idea alla base del cortometraggio, ma da premiare sono soprattutto i dialoghi, il montaggio, la scelta del mokumentary come struttura, spesso abusata ma in questo caso necessaria ed estremamente funzionale».

Tungrus di Rishi Chandna

2^ MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA CORTOMETRAGGI: Aquathlon di Alexey Shabarov
Motivazione«Per la regia, la scrittura e la direzione degli attori, sempre complicata con attori adolescenti, ma soprattutto la capacità di raccontare senza alcuna retorica e in maniera originale, un tema inflazionato come quello del bullismo».

Aquathlon di Alexey Shabarov

CONCORSO INTERNAZIONALE CORTOMETRAGGI: Second Best di Alyssa McClelland
Motivazione: «Spesso, soprattutto nei cortometraggi, si vedono delle scelte di stile molto spettacolari, che non sempre però si rivelano utili all’impianto narrativo. In questo caso, invece, tutto è in funzione della storia: dalla regia, statica e grandangolare, alla scenografia, perfetta nel sottolineare in maniera ironica le grottesche contraddizioni interne al contesto familiare, fino alla recitazione e la sceneggiatura, volutamente semplice e costellata di esilaranti silenzi».

Second Best di Alyssa McClelland.

MENZIONE SPECIALE GIURIA LUNGOMETRAGGI: The Third Wife di Ash Mayfair
Motivazione: «Per la grazia e la delicatezza con cui è riuscita a parlarci di libertà, pur avendo scelto di raccontarci il tragico destino delle spose bambine nella società rurale del Vietnam dell’800, educate a compiacere e a procreare in una condizione di ovattata, inscalfibile schiavitù».

The Third Wife di Ash Mayfair.

CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI: Denmark di Kasper Rune Larsen
Motivazione: «Per il coraggio della semplicità, la scrittura invisibile, la sincerità, il racconto di un amore senza romanticismo, perché sa parlare di sentimenti senza sentimentalismi. Infine, per l’ottima realizzazione del nulla».

Una scena di Danmark di Kasper Rune Larsen.
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