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Meryl Streep: «The Laundromat e quei ruoli che aiutano il mondo»

Steven Soderbergh, i Panama Papers e l’importanza delle storie: la nostra intervista ad una leggenda

VENEZIA – Meryl Streep è esattamente come la immaginate. Niente artifici, solo puro talento. E, prima di rispondere alle nostre domande, fa passare un secondo o due, guarda in su e, con delicata fermezza, espone concetti e parole che appartengono solo ai più grandi. Così, per il suo nuovo ruolo, in The Laundromat, diretto da Steven Soderbergh e targato Netflix (ma uscirà prima in sala), diventa la somma finale di tante verità, che compongono la tragica beffa di dietro lo scandalo dei Panama Papers. Infatti, il regista, a dieci anni da The Informant!, riporta a Venezia un’altra, caldissima storia vera, tratta in questo caso da Secrey World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite, scritto dal giornalista Jake Bernstein. Nel film, Meryl Streep, interpreta Ellen Martin che, in seguito alla morte di suo maritò, avrà a che fare con i traffici (in)leciti legati ai conti off-shore, specializzati in bolle finanziarie, trust, bond e tutte quell’altre parole che rendono tutt’ora – e nonostante l’inchiesta del 2016 – i ricchi ancora più ricchi.

Meryl Streep è Ellen Martin, una delle vittime della Mossack Fonseca

Che film è diventato lo scandalo Panama Papers visto da Soderbergh?
Intrattenere il pubblico parlando di argomenti così seri è una cosa che poteva riuscire solo a Soderbergh o a Bertolt Brecht. È un cinefilo, mentre io mi ricordo a malapena la trama dei miei film. Qui si parla di motivazione, di gente che non si ferma cercando la verità, e il lutto può essere un grande spinta ad andare fino in fondo in storie come queste.

Il film alterna diversi stili, nonché degli affascinanti piani sequenza. Può raccontarci la sua esperienza sul set?
Se parli di quel piano sequenza – senza anticipare troppo – non sapevo nulla fino alla sera prima. Posso dire che alcune battute, essendo tratte da lettere, sono state tanto difficili quanto affascinanti da preparare. Sul set tutti sono stati fantastici, nessuno voleva perdere nulla di questa storia. Quelle indagini, nel 2016, nate dalla soffiata anonima da questo John Doe, hanno scosso i centri del potere. Alcuni hanno perso la vita in queste indagini, dunque l’importanza dell’interpretazione è stata fondamentale. È un film che gioca, ma arriva a toccare punti decisamente oscuri…

Steven Soderbergh, Meryl Streep e Gary Oldman al photocall di Venezia 76

Cosa pensa di questa situazione economica così estrema e pericolosa?
Noi vediamo questi soci fondatori, Jürgen Mossack e Ramón Fonseca (Gary Oldman e Antonio Banderas, ndr), a Panama, ma gestiscono i soldi da tutti i paesi del mondo. Dagli alti funzionari di stato ai vip… E poi la brama, la cupidigia, non appartiene a un solo paese, ma c’è una collusione universale. Tutti sono complici. E, chiunque investe in questo sistema deve essere al corrente dei rischi che corre.

Meryl, è il suo personaggio, che ruolo ha nel quadro del film?
Solitamente facciamo affidamento nelle persone più passionali. Anche io potrei tratte beneficio da questo sistema permesso dalle leggi, invece mi interessa la sorte di queste persone. Così il mio personaggio potrebbe essere mia madre, che nonostante tutto è una delle poche persone che crede ancora nella giustizia. Con Ellen Martin abbiamo ricreato una finzione, sommando tante realtà.

Meryl Streep in una scena di The Laundromat

Invece, la realtà al cinema che futuro avrà?
Mi piace vedere le immagini su uno schermo grande, ma questo, oggi, ai ragazzi non importa molto. Anzi, tra un po’ finirò sullo schermo di un orologio. Però Steven è il regista giusto in questo momento, dove tutto è più veloce e lui è lil regista perfetto per questa corsa continua. Infatti abbiamo da poco finito di lavorare ad un altro lungometraggio (Let Them All Talk, ndr), girato in soli tredici giorni…

Lei sembra quasi sfidare sé stessa quando sceglie un ruolo, diventando sempre più brava. Come sceglie le sceneggiature?
The Laundromat o Mamma Mia!? Non ha importanza, la domanda è un’altra: il mio ruolo può aiutare il mondo? Così scelgo un film, questo conta, e se i film possono in qualche modo portare avanti il mondo ben venga. Non è un compito, però mi piacciono le sfide che aprono la mente, quelle che ti obbligano a guardare oltre le convinzioni.

Qui potete vedere il trailer di The Laundromat:

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