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Marilyn ha gli Occhi Neri | Miriam Leone, Stefano Accorsi e una favola moderna

Il film è diretto da Simone Godano, che ha scritto il soggetto insieme a Giulia Louise Steigerwalt

Marilyn ha gli Occhi Neri
Marilyn ha gli Occhi Neri

ROMA – Quando uscì il suo secondo film, Croce e Delizia, firmato insieme a Giulia Louise Steigerwalt, Simone Godano ci disse che era a lavoro su un’idea molto particolare, che in qualche modo riprendeva toni e influenze de Il Lato Positivo di David O. Russell. Un soggetto decisamente stuzzicante, soprattutto se finito in mano ad un ottimo regista e ad un’ottima sceneggiatrice come sono Godano & Steigerwalt. Un paio d’anni dopo, ecco che quell’idea ha preso vita nel loro terzo lungometraggio, Marilyn ha gli Occhi Neri – lo trovate su CHILI, in cui si racconta – senza eccessi, senza toni stonati – la storia di due emarginati, in bilico sopra quella follia (scusa, Vasco) che li tiene ancorati ad un mondo istintivo e puro, nel quale conta finalmente la sostanza e non l’apparenza.

Miriam Leone e Stefano Accorsi sono Clara e Diego
Miriam Leone e Stefano Accorsi sono Clara e Diego

Due matti, sembrerebbero, eppure Clara e Diego – interpretati da un’altra grande coppia, Miriam Leone e Stefano Accorsi – nel loro incontro-scontro mettono in moto un percorso reale, dolce e spiritoso che li porta ad entrare nell’universo dei normali, pur mantenendo le loro peculiarità, la loro identità, la loro sacrosanta diversità. Clara, una bugiarda patologica, Diego, un cuoco arrabbiato, compulsivo e con notevoli disturbi della personalità. Entrambi condividono lo spazio chiuso di un centro diurno per il rehab di persone disturbate, e avranno a che fare con una missione impossibile: mettere in piedi un centro ristoro per gli anziani della bocciofila. Viste le personalità, il compito prende presto una piega inaspettata e a Clara balza in testa una stramba intuizione: e se quello diventasse un vero ristorante?

Marilyn ha gli occhi neri...
Marilyn ha gli occhi neri…

Così, mischiando Ubriaco d’Amore, Il Lato Positivo, il cinema nordeuropeo e una storia vera – quella di un ragazzo londinese che, dopo aver perso il lavoro, si inventa un locale che non esiste, scalando le classifiche di Tripadvisor con delle recensioni inventate da lui – Marilyn ha gli Occhi Neri, è una vicenda attuale che gioca e si riflette su di una realtà che vive dipendente di immagini, di social, di superficialità. Sopra a questi temi, appena tratteggiati ma sicuramente protagonisti, balzano agli occhi le due anime protagoniste, tanto fragili quanto bellissime – come spesso sono i personaggi scritti da Godano e Steigerwalt – sui cui è costruito l’intero film. Così, dall’inizio alla fine è un continuo esercizio di opposti strutturati, di originalità e di tenerezza, lucida e sincera, che traspare dalla profondità e dall’empatia che hanno provato Stefano Accorsi e Miriam Leone nel dare carne e ossa a Clara e Diego.

Marilyn ha gli Occhi Neri
Una scena del film

Ma l’aspetto romantico in Marilyn ha gli Occhi Neri arriva tardi, verso la fine, quando i due protagonisti acquisiscono la giusta consapevolezza di quanto il viaggio intrapreso sia stato per loro catartico: prima respingenti e caotici, poi coesi e determinati, insegnando agli spettatori quanto sia essenziale riconoscere, accettare e condividere quella strana sensazione chiamata felicità. L’impresa alla fine è restare sé stessi, senza mai farsi avvelenare o influenzare da niente e da nessuno. Da questo punto di vista, il terzo film di Simone Godano vuole essere semplicemente un racconto umano di due vite complesse ma mai complicate, restando a metà tra commedia, dramma e favola contemporanea.

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Qui la nostra intervista a Miriam Leone e Stefano Accorsi:

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