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Love, Death & Robots: Miller e Fincher firmano il manifesto dell’animazione contemporanea

La serie animata Netflix è una spirale vertiginosa di paura, sesso, violenza, ironia, fantasia e poesia

Una scena de La Testimone, uno degli episodi di Love, Death & Robots.

Prendete le atmosfere dispotiche o cupe di Black Mirror, il sarcasmo e la schiettezza di BoJack Horseman, Rick e Morty e Big Mouth, le esperienze immersive di Overwatch e Fortnite e potreste esservi fatti solo una vaga idea di Love, Death & Robots. La serie tv animata antologica prodotta da Tim Miller e David Fincher disponibile su Netflix. Di cosa si tratta? Di un esperimento ambizioso e inedito capace di rimarcare definitivamente quello che, in fondo, abbiamo sempre saputo: la totale libertà dell’animazione di creare, raccontare, denunciare, ironizzare grazie all’assenza di regole che ne limitano l’espressività.

Una scena di Oltre Aquila, uno degli episodi di Love, Death & Robots.

Love, Death & Robots nei suoi 18 episodi di durate differenti – si passa dai 5 ai 17 minuti – è una spirale vertiginosa di paura, sesso, violenza, ironia, fantasia, poesia che spazia per temi, stili, generi e tecniche agli antipodi. Dall’horror al thriller, dalla comedy al fantasy, dal cyberpunk all’action, la serie è un compendio di storie e tecniche che segna una rivoluzione. Perché se finora tutte queste realtà coesistevano (nella maggior parte dei casi) parallelamente, Miller e Fincher le hanno unite mostrandocene l’assoluta meraviglia e le infinite potenzialità.

Una scena di Alternative storiche, uno degli episodi di Love, Death & Robots.

«Love, Death & Robots è il progetto dei miei sogni, in grado di unire il mio amore per l’animazione con storie meravigliose», ha dichiarato Miller a Collider, «Film, romanzi e storie di pura fantasia mi hanno ispirato per anni, ma erano rimasti relegati alla cultura di nicchia dei nerd a cui appartenevo. Sono molto eccitato perché ora il panorama dell’intrattenimento è cambiato abbastanza da permettere a contenuti animati per adulti di diventare parte integrante di una conversazione culturale più ampia».

Una scena di Dare una mano, uno degli episodi di Love, Death & Robots.

E la sua natura da raccolta di racconti è parte integrante della sua riuscita. Da scenari post-apocalittici ad ambientazioni casalinghe, la serie unisce letteratura – le trasposizione dei racconti di John Scalzi, Peter F. Hamilton, Alastair Reynolds, Joe Lansdale -, cinema e videogiochi passando dall’animazione a mano al 2D, 3D e CGI. Un’esperienza visiva impressionante per la qualità e la cura che ha visto la partecipazione dei migliori studi d’animazione al mondo, dalla celebre Blur Studio fondata da Miller all’ungherese Digic Pictures passando per la coreana Reddog Culture House e la francese Unit Image.

Una scena di Tre Robots, uno degli episodi di Love, Death & Robots.

Indirizzato ad un pubblico adulto – non a caso l’uso dell’acronimo NSFW (Not Safe for Work) – Love, Death & Robots è esplicito e brutale, citazionista e spassoso e rappresenta al meglio l’anima sperimentale di Netflix. Nonostante la disparità di forza narrativa tra i vari episodi, la serie antologica di Tim Miller e David Fincher è il manifesto dell’animazione contemporanea e grazie a titoli come Oltre Aquila, Tre Robots, Il Dominio dello Yogurt e il meraviglioso La Testimone – scritto e diretto da Alberto Mielgo, tra gli animatori del Premio Oscar Spider-Man: Un Nuovo Universo – rischia di essere già un cult.

Qui potete vedere il trailer di Love, Death & Robots:

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