MILANO – La meravigliosa storia di Henry Sugar è la lettera d’amore recitata – parola per parola – che rinnova l’ammirazione di Wes Anderson per lo scrittore Roald Dahl dopo la stop motion di Fantastic Mr. Fox. Presentato fuori concorso a Venezia, il nuovo mediometraggio di Wes Anderson è il primo di quattro opere – tutti cortometraggi da qui in poi – ispirate ai lavori di Roald Dahl in arrivo su Netflix. Si parte da Il Cigno, con protagonisti Ralph Fiennes, Rupert Friend e Asa Jennings, che ruota attorno a un ragazzino dotato di un’intelligenza peculiare e tenace forza d’animo perseguitato da due bulli.
Poi sarà la volta de L’acchiappatopi (dal 29 settembre) con Ralph Fiennes, Rupert Friend e Richard Ayoade, corto in stop motion ambientato in un villaggio inglese dove un giornalista e un meccanico ascoltano l’ingegnoso piano di un derattizzatore per catturare i topi. Non ultimo Il Veleno (dal 30 settembre), ambientato in India e con Benedict Cumberbatch, Ben Kingsley, Dev Patel e Ralph Fiennes, che racconta di una gara tra il socio di un uomo inglese e un dottore per salvare una persona da un serpente velenoso che si è insinuato nel suo stomaco. Intanto però partiamo da La meravigliosa storia di Henry Sugar con Cumberbatch nei panni del personaggio che dà il titolo al racconto.
Un ricco uomo che viene a conoscenza della storia di un guru che riesce a vedere senza utilizzare i suoi occhi. Decide così di apprendere lui stesso questa leggendaria tecnica per barare al casinò. Nella formula cara al regista delle storie nelle storie, Anderson torna in La meravigliosa storia di Henry Sugar a quella compartimentazione del racconto già vista in Grand Budapest Hotel con il quale il corto ha molto in comune: dal sound al set design (i diorami di Adam Stockhausen fanno rivivere le pagine del materiale originale) sino al ritorno di Fiennes dopo aver interpretato Gustave H., il regista dà così letteralmente vita alle parole di Dahl con una cura al limite della venerazione in una composizione simile anche al suo ultimo lavoro, Asteroid City.
In La meravigliosa storia di Henry Sugar il tutto si traduce in una meticolosa attenzione a parole e luoghi che giova alla scarna durata del mediometraggio, aiutato da un’importazione da pièce teatrale. Puro Anderson in estasi con un racconto assolutamente visivo: una visione che era venuta a mancare invece nel suo penultimo The French Dispatch pur a fronte di un’evidente ispirazione artistica. Il mediometraggio è una trasposizione più che fedele in cui il regista si diverte a dirigere attori al di là dei suoi soliti feticci come il già citato Cumberbatch, ma anche il ritrovato Fiennes, Kingsley e due Patel e Ayoade in versioni talmente ispirati che speriamo di ritrovarli nei suoi prossimi lavori.
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Qui sotto potete vedere il trailer del mediometraggio:
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