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La Chimera | Josh O’Connor, la poesia e i sogni del cinema di Alice Rohrwacher

La vita, l’amore, la comunità, l’atto finale della Trilogia del Territorio. Ma com’è?

La banda de La Chimera di Alice Rohrwacher, al cinema con 01 Distribution
La banda de La Chimera di Alice Rohrwacher, al cinema con 01 Distribution

ROMA – Arthur, un inglese nullafacente, bello e arruffato e da poco uscito di prigione, torna in una cittadina rurale della Toscana alla ricerca di reliquie e del suo amore perduto, Beniamina. Con qualche esitazione riallaccia i rapporti con un gruppo di tombaroli, ladri di corredi etruschi e meraviglie archeologiche. Parte da qui La Chimera, il nuovo film di Alice Rohrwacher con protagonisti, tra gli altri, Josh O’Connor, Carol Duarte, Isabella Rossellini e Alba Rohrwacher, che dopo il concorso di Cannes lo scorso maggio e il passaggio in anteprima nazionale alla Festa del Cinema di Roma, arriva ora nelle sale italiane.

La Chimera di Alice Rohrwacher è stato presentato in concorso a Cannes 76
La Chimera di Alice Rohrwacher è stato presentato in concorso a Cannes 76

Un film di chiusura al sapore di consacrazione per la Rohrwacher, dichiaratamente concepito come: «Il tassello finale della Trilogia del Territorio iniziata con Le Meraviglie (e proseguita poi con Lazzaro Felice nda) che pone la domanda: cosa fare con il passato? È un mondo perduto o riguarda intimamente il nostro presente?». Dello stesso avviso l’executive Carlo Cresto-Dina: «La Chimera chiude quella che io chiamo la Trilogia dell’Identità Italiana. Sin dall’inizio, per chiuderla del tutto, Alice ha pensato a un protagonista non-italiano che in un certo senso rappresentasse una prospettiva esterna su noi italiani».

Uno straordinario Josh O'Connor che lascia il segno
Uno straordinario Josh O’Connor che lascia il segno

E quindi La Chimera come storia di una terra e dei suoi meravigliosi segreti, intessuti dalla Rohrwacher all’interno di una dimensione favolistica e incantata – eternamente in bilico tra antico e moderno, tradizione e innovazione – in un concatenamento di momenti poetici in inquadrature intense, tese e dai vividi colori pastello, uniti sino a formare una discesa onirica sospesa tra il mondo della veglia e quello del sonno, tra la vita, la morte e il loro mistero. Un’opera ammaliante che racconta dei sogni della vita, del vuoto della terra da ascoltare e di amori perduti e ritrovati tra boschi e città, feste e solitudini.

Josh O'Connor e Carol Duarte al centro della scena de La Chimera
Josh O’Connor e Carol Duarte al centro della scena de La Chimera

Sulla scia dei precedenti Le Meraviglie e Lazzaro Felice, nel servirsi di un’agente esterno con cui spezzare gli affannosi equilibri di contesti rurali astratti, sospesi, senza tempo e fuori dal tempo, la Rohrwacher punta il dito contro gli uomini e le loro criticità. In particolare la paura dell’ignoto, dell’altro, dello straniero e delle sue apparenze. Da qui la scelta di raccontare La Chimera dal punto di vista narrativo del caratterialmente colorito Arthur di un commuovente O’Connor per intensità e dedizione artistica e il suo intrecciarsi nel mondo tra l’imperituro ricordo di Beniamina e l’Italia della Duarte nella ricerca della propria chimera/sogno impossibile e di un cinema – quello di Alice Rohrwacher – di cui difficilmente potremo fare a meno.

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  • VIDEO | Qui per il trailer del film 

 

 

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