MILANO – Ne avevamo avuto riscontro in Inferno, episodio della terza stagione di Gomorra, di come il personaggio di Ciro Di Marzio (Marco D’Amore) avesse tutta la forza necessaria per tenere le fila del racconto per la durata di un intero episodio. E a distanza di due anni ecco arrivare L’Immortale – disponibile su CHILI –, film diretto dallo stesso D’Amore, già dietro la macchina da presa del quarto capitolo della serie, che riparte da quello sparo a largo del Golfo di Napoli premuto dal suo amico fraterno, Genny (Salvatore Esposito), in un finale di stagione commovente quanto scioccante.
«Ciro è morto» si sono sentiti ripetere i fan della serie per mesi e mesi. Invece, proprio in virtù di quel soprannome che l’accompagna da sempre, Ciro è sopravvissuto anche a quello sparo fermatosi ad un centimetro dal cuore. E mentre sprofonda sempre più a fondo ecco riaffiorare i ricordi del terremoto del 1980 in cui neonato, sotto le macerie della sua casa, divenne l’immortale. Il primo di una serie di flashback che scandiscono il ritmo del film per creare un parallelo di analogie tra il Ciro di ieri (uno straordinario Giovanni Aiello) e quello di oggi.
Una sorta di origin story del personaggio, scritta da D’Amore insieme a Leonardo Fasoli, Maddalena Ravagli e Francesco Ghiacchio, che guarda alla Napoli degli anni Ottanta, quella della paranza degli orfani abbandonati a loro stessi da uno Stato assente, per tracciare una linea – umana e criminale – che porta fino all’uomo che non ha più nulla da perdere perché più nulla gli è rimasto. Tranne una vita che sembra una condanna, un ennesimo inizio che non spezza i ponti con il passato ma riparte dal traffico di droga.
Non più le Vele di Scampia o le vie strette del centro storico di Napoli. Ne L’Immortale l’azione si sposta a Riga, Lituania, dove Ciro, in un esilio forzato, diventa intermediario tra Don Aiello e la mafia russa in lotta con la criminalità locale. Una contrapposizione cromatica tra i colori della sua città, che rivivono nei flashback di lui bambino, e la luce “irreale” della città lituana. E sono proprio queste parentesi temporali il vero punto di forza del film che per atmosfere e struttura s’innesta perfettamente nell’universo narrativo di Gomorra di cui è parte integrante.
Uno spin-off che è anche un prequel capace di costruire un ponte diretto con la quinta stagione della serie disseminando la narrazione di citazioni e riferimenti ai primi quattro capitoli. Un esperimento riuscito, capace di attirare un pubblico trasversale e non necessariamente legato alla serialità, che ribadisce il talento di Marco D’Amore davanti e dietro la macchina da presa per la storia di un personaggio, Ciro Di Marzio, paragonabile ai grandi antieroi della letteratura tragica.
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Qui potete vedere il trailer de L’Immortale:
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