ROMA – C’è un albero che si vede dalla finestra. Sta sopra la ferrovia. Appeso al muro c’è invece il ritratto di un poeta, e che poeta: Giacomo Leopardi, quello del tramonto della luna, degli amori tristi, della giovinezza che fugge e non torna. Bianca (Tecla Insolia) ha poco più di vent’anni, dovrebbe frequentare l’università, ha lasciato la casa dei genitori ed è andata a vivere nella casa da dove si vede l’albero, insieme ad Angelica (Carlotta Gamba), coetanea, amica e amata. Bianca scrive in un quadernetto, va in cerca di cocaina in dei locali, passa il tempo con gli altri amici a chiedersi come mai sono sempre tutti così tristi. L’albero, opera prima di Sara Petraglia con protagoniste Tecla Insolia e Carlotta Gamba. Il film, dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, arriva al cinema a partire dal 20 marzo e vi spieghiamo perché non dovreste perderlo.

Facciamo un passo indietro: per riuscire a parlare de L’albero dobbiamo partire dalle note di regia della Petraglia: «Questo è un tentativo di elaborare un vissuto denso, traumatico, ma anche felice. Di trasformare in parole il sentimento della nostalgia. Ed era il tentativo di riportare indietro cose che se ne stavano andando o se n’erano già andate. Per questo pensavo che questa storia riguardasse solo me. Ma dopo averlo scritto ho capito che poteva parlare ad altri…». Che poi è proprio questa la forza delle grandi narrazioni, ovvero il personale che diventa universale e una scrittura intima, per sé stessi – carburante vitale con cui elaborare emozioni altrimenti impossibili da gestire – che parla a tutti. Perché è di smarrimento che racconta Petraglia, di crisi creative e dipendenze, di realtà e illusioni sognate.

Ma anche di tristezze che non vanno via, nonostante qualcuno dica che a un certo punto il tempo aggiusta tutto. C’è molto di più di questo, però, perché è nella forza del suo loop esistenziale che L’albero diventa, a suo modo, un inno alla vita. Una storia diversa. «Una storia che poteva mostrare un mondo femminile in cui le ragazze si muovono sole, chiuse dentro piccoli microcosmi, libere e vitali ma anche egocentriche, bugiarde, indolenti, viziate. Un mondo in cui gli uomini non esistono, così come non esistono gli adulti». Un’opera prima di peso, contemporanea, poetica e graffiante, fatta di utopia e speranza, di vita e amore, di gesti inconsulti e sparizioni, o per dirla in un altro modo: un film felice di grande infelicità. Provare per credere.
- VIDEO | Qui il trailer del film:
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