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Tra capitalismo, cinema e cultura | Ken Loach e Noam Chomsky in dialogo

I due grandi pensatori si sono trovati via Zoom al Cinema Troisi per un incontro speciale

ken loach e noam chomsky

MILANO – Dal Cinema Troisi la Fondazione Piccolo America ci riprova e questa volta riesce davvero ad avere in sala, anche se virtualmente via Zoom, due grandi pensatori contemporanei, uno che ha affidato le sue riflessioni al cinema e l’altro ai libri: Ken Loach e Noam Chomsky. Loach, regista che ha scritto pagine della storia del cinema, e Chomsky, filosofo e linguista, si sono trovati per improntare un dialogo sulla nostra contemporaneità, dando vita a un botta e risposta per il pubblico presente in sala.

ken loach e noam chomsky
Ken Loach e Noam Chomsky in collegamento al Cinema Troisi

L’incontro tra Ken Loach e Noam Chomsky è stato preceduto dalla visione di Sorry We Missed You, film del 2019 diretto proprio da Loach in cui criticava pesantemente la gig economy dei grandi spedizionieri mondiali (leggi tra le righe, Amazon in primis). Non c’è da stupirsi, quindi, se presto il dialogo tra i due si è trasformato in una riflessione, poi critica, dell’economia e dei media moderni. Tralasciando qualche grande affresco storico, Loach ha dedicato la sua carriera alle questioni sociali del nostro presente; dal canto suo, Noam Chomsky è uno dei punti di riferimento della sinistra radicale internazionale.

Sorry We Missed You, il film di Ken Loach proiettato al Cinema Troisi

L’economia e il precariato, la nuova guerra di classe e la flessibilità, l’indigestione di notizie e una generazione, quella Z, assoggettata ai media, solo in apparenza liberi di essere fruiti. Un’economia della cultura in cui il capitalismo domina anche sul pensiero e sull’intellettualità. Una lotta per gli spazi culturali, che è quella da cui è partita l’idea per l’incontro dopo anni di battaglie per salvare il Cinema America di Roma. Incontro che era già saltato una volta, a settembre, e ora fortunatamente recuperato. Ma dove si inserisce allora la cultura, e il piacere del tempo libero, in quello che poi Chomsky definisce come una sorta di “schiavismo 2.0”, controllato dalla tecnologia?

ken loach e noam chomsky
Ken Loach e Noam Chomsky al Cinema Troisi

«Ricordiamoci lo slogan di una lotta americana: vogliamo il pane ma anche le rose. Vogliamo il lavoro ma combattiamo anche per avere l’arte, lo sport, lo svago: questa lotta ha portato alla giornata di otto ore che non esiste più, purtroppo», dice Ken Loach, «Biblioteche e luoghi d’arte ora funzionano solo se sono sponsorizzate dalle aziende, dalle banche: il messaggio è che la cultura non è un diritto, ma viene fornita dalla generosità di coloro che ci danno lavoro, e che sovvenzionano. L’ideologia che il capitalismo sia una forza della natura. La libertà è solo quella di essere sfruttati, o di avere più libertà se hai tanti soldi. Ci persuadono che bisogna accettarla. Negli ultimi 50 anni abbiamo perso pezzo per pezzo le conquiste fatte. Come si trova una via per superare la frammentazione? Dobbiamo avere un piano, un progetto politico. Cosa serve? Agitazione, istruzione, organizzazione: senza l’organizzazione non possiamo vincere».

Il Cinema Troisi pieno per Ken Loach e Noam Chomsky

L’informazione, la censura e i diritti negati, l’anniversario della guerra in Iraq e il tema del lavoro. Ken Loach e Noam Chomsky toccano tutti i temi importanti del nostro presente e li analizzano in modo sagace, senza andare troppo oltre con i toni, dicendo verità semplici eppure mai scontate. In un finale scambio amichevole, alla fine, Ken Loach saluta il pubblico, augurandosi di riportare la cultura e il cinema al centro di tutto. E non poteva mancare un piccolo affondo alla Fondazione, perché Loach avrà anche parlato di tutti i problemi del presente, ma tra questi si inserisce anche il cinema americano. E allora replica: «Ma siamo così pieni di film americani… perché intitolare la Fondazione all’America? Non vi andava bene De Sica?».

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