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James Mangold: «Io, Le Mans ’66 e il mio desiderio di emozionare il pubblico»

Bolidi, paura e voglia di vincere: il regista racconta l’amicizia tra due icone dell’automobilismo

James Mangold sul set di Le Mans '66 - La Grande Sfida

ROMA – «L’importante è riuscire ad arrivare al pubblico. Questo solo conta». Parola di James Mangold, un regista che nella sua lunga carriera ha toccato davvero tanti generi cinematografici, senza mai perdere di vista il suo obiettivo primario: affascinare gli spettatori con storie potenti. Il crepuscolo di un eroe in Logan, la vita di un artista epocale come Johnny Cash in Quando l’amore brucia l’anima. E oggi, quella di Ken Miles e Carroll Shelby, i due protagonisti di Le Mans ’66 – La grande sfida, in uscita il prossimo 14 novembre; un pilota e un ingegnere (a sua volta campione automobilistico) a cui Ford ha affidato il sogno di poter finalmente battere la Ferrari nella leggendaria corsa. Tra bolidi sfreccianti, umane paure, qualche colpo basso e tanta voglia di vincere, il film di Mangold è un concentrato di adrenalina ed emozioni. Una sfida anche per lo stesso autore.

Matt Damon e Christian Bale protagonisti di Le Mans ’66 – La grande sfida

LA STORIA PRIMA DI TUTTO «Non so se sono un grande narratore ma ogni volta che dirigo un film sento una responsabilità. Troppe pellicole oggi ci fanno addormentare, ci impediscono di pensare alla vita. Ecco, amo fare film e piuttosto che comportarmi in questa maniera, come se stessi partecipando ad un’anestesia, il film non lo faccio. Il mio obiettivo principale, quando sono a lavoro, è trovare la vita interna del personaggio, la sua bellezza, percepirne pensieri ed emozioni».

Christian Bale in una scena del film

LE CORSE AL CINEMA «Non so perché siano stati girati così pochi film sull’automobilismo, forse perché non hanno guadagnato troppo al botteghino. Per quello che mi riguarda ho amato questa storia, perfettamente cinematografica. Chi non la conosce si aspetta di trovarsi davanti ad una specie di Rocky, ma non è così semplice e questo mi ha attirato. L’automobile è una delle grandi metafore della vita del XX secolo. L’auto è una specie di maschera che ci trasforma quando siamo al volante».

Christian Bale e Matt Damon in una scena di Le Mans ’66 – La grande sfida

LA SFIDA DEL REGISTA  «Forse fare un film somiglia alle corse. Mi sono sicuramente rivisto nello sforzo che i personaggi fanno per creare le loro macchine, nel bisogno di convincere tutti per ottenere dei soldi. Ho dovuto combattere per i miei film molte volte, ma non in questo caso. A loro è piaciuta l’idea e mi hanno dato carta bianca. Certo, se in precedenza hai fatto un film che ha guadagnato tanto, diventa più semplice fare qualcosa di diverso».

Matt Damon una scena del film

BALE VS. DAMON «Sul set sono un padre per tutti, non ho certo pensato a Matt e Christian come due superstar. Sono attori, grandi attori e sono parte di un team. Girone (che interpreta Enzo Ferrari NdR) è stata la mia prima scelta, non avrei potuto essere più felice del risultato. Tutto il cast, insomma, è stato elemento di orgoglio. Ognuno di loro potrebbe reggere un film da solo, sono stati tutti molto generosi».

Christian Bale e Matt Damon

BACK TO 1966 «Ricostruire l’epoca narrata nella storia è stato uno sforzo monumentale. I ricercatori hanno lavorato su tantissimi documenti: libri, lettere, filmati aziendali. C’è una sequenza, che è anche la mia preferita, in cui Miles racconta al figlio Peter la sua filosofia di vita e il modo in cui interpreta le corse. Bene, quelle parole sono state prese da una vera testimonianza di Miles. Abbiamo avuto anche l’opportunità di avere sul set delle vere macchine d’epoca. Naturalmente non le abbiamo fatte correre perché ogni esemplare di quelli costa milioni di dollari oggi e i legittimi proprietari non avrebbero permesso che potesse succedergli qualcosa».

Christian Bale e Matt Damon nei panni di Ken Miles e Carroll Shelby

GIOCARE SPORCO «Sì, in una scena si vede Matt Damon che si prende gioco dei meccanici della Ferrari. Antisportivo? Certo, ma io non faccio film sugli angeli. Tutti vogliono sempre fregare gli altri e vincere la guerra psicologica. In una corsa come Le Mans la velocità non conta, conta la resistenza».

Una scena di Le Mans’ 66

AUTOMOBILISMO? NO, GRAZIE  «Non sono un fan delle corse, le trovo noiose. La sfida primaria per me è stata quella di entusiasmarmi io per primo. Ho analizzato molte delle gare trasmesse in TV e ho capito cosa non ho mai sopportato: che seguissero solo le macchine. Così facendo però si perde l’emozione vera, che è tutta all’interno della macchina. Allora volevamo far vedere la strategia essere esposti alle emozioni dei personaggi».

  • Qui potete vedere il trailer di Le Mans ’66 – La grande sfida

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