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Francesco Bauco: «Io, Le Mans ’66 e il set con Christian Bale e Matt Damon»

Nel film di James Mangold l’attore romano interpreta il pilota della Ferrari Lorenzo Bandini

Le Mans '66 - La grande sfida
Francesco Bauco sul red carpet per Le Mans '66 - La grande sfida

LOS ANGELES – «Recitare significa mettere la propria vita su un piatto» secondo Francesco Bauco, 38 anni, gli ultimi cinque trascorsi a Los Angeles. L’attore romano accoglie Hot Corn nella sua casa di Koreatown per parlare di Le Mans ’66 – La Grande Sfida, il film di James Mangold di cui è protagonista insieme a Christian Bale e Matt Damon. «Sul set sono due persone completamente diverse», rivela l’attore, «Bale è gentile, riservato e taciturno mentre Damon è un caciarone con la battuta sempre pronta». Nel film, basato sul libro Go Like Hell che racconta la vera storia del team Ford che impiegò ogni risorsa, lecita e non, per creare un’automobile in grado di vincere contro la Ferrari, Bauco interpreta il corridore Lorenzo Bandini. «Alla gara di Le Mans era la seconda volta che guidava per la Ferrari, per lui era un sogno che si avverava: era emozionato, spaventato, voleva dimostrare che meritava di esserci» spiega Bauco. «In questo senso mi sono trovato vicino al mio personaggio: anche io volevo dimostrare che non avevano sbagliato a scegliermi».

Le Mans '66 - La grande sfida
Uno scatto condiviso dall’attore su Instagram

LO SGUARDO «Nella storia reale i piloti della Ferrari sono due: Lorenzo Bandini e Ludovico Scarfiotti. Poi durante le riprese ho notato che il mio personaggio veniva chiamato sul set molte più volte di quanto non si fosse stabilito precedentemente, da contratto. Così, le due settimane stabilite sono diventate tre e poi quasi un mese. Il mio ruolo è stato ampliato in fase di working progress, non in battute ma in inquadrature e nella sfida con il personaggio di Christian Bale. In questo film Lorenzo Bandini ha più che altro un monologo interiore, sta tutto nel suo sguardo: l’intenzione, la paura, la voglia di farcela».

 

Le Mans '66 - La Grande Sfida: una scena del film
Matt Damon è Carroll Shelby

CHRISTIAN BALE «Nella mia piccola carriera avevo già avuto la fortuna di lavorare con grandi registi e star di Hollywood per girare pubblicità, da Bruce Willis a Regina Hall e Mike Tyson. Però Christian Bale è il mio idolo e uno dei motivi per cui ho scelto questa professione e il giorno che ci hanno presentati ammetto che è stata una grande emozione. Così come James Mangold è uno dei miei registi preferiti di sempre. Ma sul set devi estraniarti da certi pensieri, devi solo concentrarti e dare il tuo meglio e credere che sei un professionista tra professionisti. Christian Bale è una vera star: mi ha colpito come nei ciak della nostra sfida, in cui si giravano solo i miei primi piani, lui era sempre presente, mostrandomi il suo volto per rendere al meglio la scena. Solo una volta non è potuto esserci e si è molto scusato: mi ha detto che doveva andare al compleanno del migliore amico di sua figlia e ho pensato fosse una cosa davvero dolce. Qui sta la caratura del fuoriclasse: non pensa a quante volte è inquadrato ma con umiltà e intelligenza, vuole solo il meglio per il film».

Le Mans '66 - La Grande Sfida: una scena del film
Christian Bale è Ken Miles

L’INSEGNAMENTO «Mi sono innamorato del cinema da bambino, grazie a film come Il Colore Viola di Steven Spielberg, così intenso e con un cast stellare in cui i cattivi non sono del tutto cattivi così come i buoni non sono del tutto buoni. Sono cresciuto anche amando il cinema italiano, i film con Marcello Mastroianni e Sophia Loren, Monica Vitti e Alberto Sordi. Mi piacciono i film basati interamente sulla recitazione, sui rapporti a due, sulla vita semplice senza effetti speciali. Quando due attori mettono la vita in una scena non devi neppure parlare la loro stessa lingua per emozionarti. Essere un attore vuol dire esplorare se stessi perché anche quando interpreti un personaggio diverso da te devi metterci l’anima e facendolo capisci che questa distanza non è così lontana. Così ti rendi conto che anche nella vita reale hai più punti in comune con gli altri di quanto non sembri. Anche le persone con un altro background, un altro lavoro, età, fisicità, sessualità, possono avere molto in comune con te. In questo senso, la recitazione ti insegna a creare un contatto umano con il prossimo».

Le Mans '66
Una scena de Il colore viola

IL DESTINO «Mi sono laureato in architettura a Roma e allo stesso tempo ho studiato recitazione, poi sono venuto in America perché selezionato da una coach per una master class a Los Angeles. Non inseguivo il sogno americano, pensavo fosse solo una breve parentesi di un mese ma poi sono diventati tre mesi nel corso dei quali è successo di tutto. Al master mi resi conto che gli spettatori che venivano a vederci erano paganti e così sono stato scoperto dal mio manager. Iniziai a recitare con Daniela Lavender, la moglie di Ben Kingsley che divenne anche la mia migliore amica e mi aiutò molto. Ricordo che Ben era geloso perché passava lunghi periodi a Londra lontano da lei e un giorno ha voluto parlarmi al telefono per assicurarsi che non ci fosse nulla tra noi! Poi ho ottenuto la carta verde come attore: tutti i segnali dicevano che sarei dovuto restare qui».

Qui potete vedere l’intervista a James Mangold:

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