LONDRA – Basterebbero Locke e Peaky Blinders, ma poi ci sono anche le sceneggiature de La promessa dell’assassino, di Taboo nonché di Spencer di Pablo Larraín, di cui ha firmato lo script. Nessun dubbio: lo sceneggiatore e regista inglese Steven Knight – che ha appena concluso SAS: Rogue Heroes, basato sull’omonimo libro di Ben Macintyre – è una delle figure centrali di cinema e TV degli ultimi anni, capace di inventarsi grandi personaggi (vedi Cillian Murphy in Peaky Blinders) e interi mondi. Qui a Londra lo abbiamo sottoposto ad una missione difficile: rispondere alle domande della nostra rubrica Io & il cinema (qui trovate le altre puntate). Ecco cosa ci ha risposto.
IL PRIMO FILM CHE MI HA FOLGORATO – «Quando ero bambino, a Marlborough, non andavo quasi mai al cinema. Non era proprio un’abitudine che avevamo nella nostra famiglia. Ricordo però che di tanto in tanto mio padre ci portava a vedere qualche western, che era ovviamente il suo genere preferito. Di solito era un film con John Wayne e in quel caso fu Il Grinta di Henry Hathaway. Rimasi molto colpito non solo dal film, ma dall’emozione di stare seduto in sala con altre persone a condividere quella storia…».
IL FILM CHE NON MI STANCO MAI DI VEDERE – «Dunque questa domanda non è facile, ma per me la risposta è fin troppo ovvia: La vita è meravigliosa di Frank Capra. Non posso che citare questo perché è davvero un film che ho visto centinaia di volte. Ma se ragiono non come spettatore, ma come sceneggiatore, allora dico Chi ha paura di Virginia Woolf? di Mike Nichols, tratto dalla pièce di Edward Albee. Amo molto quella pellicola e credo che chiunque scrive per il cinema, o il teatro o la televisione conosca bene i motivi di tale passione…».
LA MIA COLONNA SONORA PREFERITA – «Qui dovete perdonarmi, ma faccio una piccola autopromozione e dico la soundtrack firmata nel 2018 da Benjamin Wallfisch per il mio film, Serenity – L’isola dell’inganno (qui potete ascoltarne un brano, nda). Ovviamente non è la preferita di tutti i tempi, non può esserlo, sono sincero. Se devo sceglierne una, allora dico quella de Il padrino di Coppola, scritta da Nino Rota. Niente male, vero?».
IL MIO GUILTY PLEASURE… – «Non credo molto nel concetto di guilty pleasure, non ho questo tipo di problemi su quello che vedo e non sono nemmeno troppo difficile o snob come spettatore. Insomma, se un film mi piace, va bene, non c’è altro da dire. Semplice. Quindi posso tranquillamente dirvi che adoro Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy con Will Ferrell, e anche il sequel, Anchorman 2 – Fotti la notizia. Mi piace quel tipo di commedia, rido sempre molto…».
LA SCENA CHE TI COMMUOVE SEMPRE – «Torniamo alla seconda domanda e cito nuovamente La vita è meravigliosa di Frank Capra. Perché? Ma perché credo sia davvero impossibile resistere al finale con James Stewart che ritorna a casa e ritrova Donna Reed e tutta la famiglia. Sicuramente ci sono altre scene di altri film che mi fanno commuovere, ma questa è la prima che mi viene in mente, è un’associazione quasi automatica…».
LA MIA COPPIA CINEMATOGRAFICA PREFERITA – «Anche per questa risposta devo ritornare ad un film citato prima: Chi ha paura di Virginia Woolf? di Mike Nichols. Se ancora oggi lo riguardate e osservate Elizabeth Taylor e Richard Burton in quel film potete capire che non c’è recitazione, non c’è alcuna finzione: quell’alchimia era vera, è evidente. Non ho mai capito però perché si sono dovuti sposare due volte: si vedeva che erano fatti l’uno per l’altra…».
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