MILANO – Midwich è una cittadina idilliaca come se ne possono trovare tante. Relativamente pochi abitanti, una media borghesia benestante che vive in case tutte uguali e dai colori chiari, circondata dalla natura. Un posto da cartolina, dove magari ci si vorrebbe trasferire per trovare un po’ di pace e tranquillità. Perché allora un posto del genere dovrebbe diventare lo scenario di una storia horror? È una domanda alla quale gli appassionati del genere conoscono già la risposta. D’altronde, Il villaggio dei dannati è un di quei cult che negli anni, da quando venne pubblicato il romanzo nel 1957, ha richiesto più di un rifacimento.

Dopo il primo film diretto da Wolf Rilla nel 1960 e la versione di John Carpenter del 1995, le inquietanti vicende dei bambini di Midwich tornano in una serie prodotta da Sky con protagonista Keeley Hawes. I rifacimenti, si sa, sono sempre pericolosi. Soprattutto se si tratta del genere horror, in cui alcuni casi hanno davvero fatto storcere il naso (chi non ha ancora superato The Stand?). Il villaggio dei dannti, fortunatamente, sembra essere l’eccezione che conferma la regola. Il materiale di partenza, d’altronde, è garanzia quantomeno di un discreto successo. Ma in cosa la nuova serie è diversa dalle precedenti?

Siamo nell’era che celebra la diversità in ogni suo aspetto, quindi anche un gruppo di bambini alieni venuti sulla Terra per chissà quale scopo non poteva essere da meno. Il che significa che se avete ancora in mente le piccole facce da angelo, tutte simili, tutte bianche e contornate da capelli biondi, è il caso che vi avviciniate a questi sette episodi con una mente aperta. I bambini ora non hanno niente di anomalo a prima vista, sono vari e diversi come se ne possono vedere normalmente. Ma non disperatevi troppo: a parte questo piccolo dettaglio, per il resto la storia è sempre quella che conosciamo. Un fenomeno anomalo, le persone che collassano all’improvviso per poi risvegliarsi come se niente fosse, le donne coinvolte che si scoprono improvvisamente incinte.

Il villaggio dei dannati non pretende di riportare sullo schermo ciò che i predecessori hanno già fatto. Si mostra con una sua atmosfera inquietante, i suoi visual da horror contemporaneo e una narrazione più dilatata che gli consente di approfondire molto più di quanto un ennesimo film avrebbe potuto fare. I piccoli protagonisti scelti sono abbastanza convincenti da inquietare con i loro improvvisi silenzi e i loro sguardi persi a fissare il vuoto, e finalmente non dobbiamo preoccuparci di una suspense che potrebbe deludere da un momento all’altro. La serie non ha bisogno di costruire chissà quali momenti di tensione per rendere il suo orrore efficace, e di questo gliene siamo davvero grati.

Forse non ci aspettavamo che qualche casa di produzione ripescasse questa classica storia horror proprio adesso, per ridarne una versione più moderna. Qualcuno ci ha visto una mossa di cattivo gusto nel raccontare una storia di donne e gravidanze forzate in un momento in cui nella realtà si tratta di un tema scottante negli Stati Uniti, ma davvero vogliamo far entrare la politica anche qui? Nel regno della finzione? Liberate la mente e, magari, accendete le luci. Il villaggio dei dannati è un’affascinante produzione seriale che non ha nulla da invidiare a chi è venuto prima. Tutto il resto, veramente, non conta.
Qui il trailer de Il villaggio dei dannati:
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