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Tra modernità e tradizione | I Fratelli De Filippo e la rilettura (riuscita) di Sergio Rubini

Protagonisti assoluti i giovani (e molto bravi) Domenico Pinelli, Mario Autore e Anna Ferraioli Ravel

I Fratelli De Filippo
I Fratelli De Filippo

ROMA – È incredibilmente curioso come a volte, nella storia del cinema, capiti che artisti diversi catalizzino la propria attenzione sulla stessa storia, ognuno secondo la personale sensibilità. Era già accaduto per esempio anni fa con la presentazione a breve distanza del francese Marguerite di Xavier Giannoli e dell’inglese Florence di Stephen Frears sulla storia di Florence Foster Jenkins. Accade adesso nuovamente con Sergio Rubini che racconta I fratelli De Filippo a breve distanza dall’Eduardo Scarpetta di Mario Martone in Qui rido io – anche se, come ci ha detto lo stesso regista, progettava il film da ben sette anni, prima che lo girasse e, di conseguenza, lo presentasse in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2021.

I Fratelli De Filippo
Mario Autore nel film è Eduardo

I tre fratelli Eduardo, Titina e Peppino, che faranno grande la storia del teatro e del cinema italiano, nascono in una famiglia estremamente allargata e disfunzionale nella sua composizione, e nel film il bravo Rubini si concentra sulle conseguenze delle contradizioni familiari. Alla morte del potente Scarpetta, la compagnia viene ereditata dal figlio legittimo Vincenzo e ai tre disgraziati De Filippo non sta bene dover essere ancora soggiogati alle annose regole di casa Scarpetta. Se da un lato, tuttavia, i tre fratelli si ritrovano del tutto scoperti economicamente, hanno dalla loro un lascito di natura ben altro che finanziaria. Come avrà da dire Eduardo Scarpetta all’omonimo figlio illegittimo “tu ti si arrubbato l’arte!”… e a ben vedere non aver ereditato il peso di un cognome tanto ingombrante potrà solo giocare a vantaggio dei talentuosi attori.

Anna Ferraioli Ravel è Titina
Anna Ferraioli Ravel è Titina

Eduardo, Titina e Peppino hanno un’indole completamente diversa, ma sono incredibilmente prossimi nello smisurato talento di cui osserviamo lo sviluppo e la contaminazione reciproca in diverse fasi della loro esistenza. La storia dell’arte è stata fatta dai rivoluzionari: se Scarpetta sfidava D’Annunzio, il drammaturgo De Filippo deve adesso uccidere, in senso artistico, il suo stesso padre Scarpetta. Nel passaggio dall’Ottocento al Novecento, un mondo in evoluzione deve rispecchiarsi in un teatro in rivoluzione: la tradizione della farsa deve ormai lasciare spazio alla modernità e alla destrutturazione di ogni canone. Sei innovativi personaggi in cerca d’autore renderanno De Filippo consapevole che sussistano finalmente le coordinate spazio-temporali, perché il suo teatro possa affermarsi. Sullo sfondo di questa storia familiare tanto dolorosa e sorprendente da meritare di esser prima vissuta e poi raccontata, quel teatro naturale della città di Napoli.

Domenico Pinelli (Peppino) e Biagio Izzo (Vincenzo Scarpetta)
Domenico Pinelli (Peppino) e Biagio Izzo (Vincenzo Scarpetta)

Eduardo, ne I Fratelli De Filippo, proverà anche ad allontanarsi dalla sua città, salvo poi tornarci con la consapevolezza che soltanto le vibrazioni diquel tessuto partenopeo potranno far da terreno fertile per la sua imprescindibile opera. Molto azzeccata la scelta di affiancare ai meno noti (ma molto bravi) Domenico Pinelli, Mario Autore e Anna Ferraioli Ravel nei ruoli dei giovani fratelli, i più iconici volti del cinema partenopeo: da Giannini a Salemme, da Laurito a Casagrande, passando per un mai così convincente Biagio Izzo nel ruolo di Vincenzo Scarpetta. Menzione speciale, infine, per Susy Del Giudice che, nel ruolo di Luisa De Filippo, madre dei tre talentuosi attori e amante di Eduardo Scarpetta, incarna alla perfezione la figura di raccordo tra la tradizione e la modernità. Al termine della visione, vivida sarà nella mente dello spettatore una consapevolezza su tutte: che il teatro vada in fondo rubato fuori dal teatro, perché la vita è una commedia “dove il pianto e la risata stanno imbrogliati”.

  • RomaFF16: il nostro speciale sulla Festa del Cinema 

Qui l’intervista a Sergio Rubini:

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