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Hugh Jackman, Barnum e la storia (vera) di The Greatest Showman

Luci ed ombre dell’uomo che ha ispirato il musical di Michael Gracey con Zendaya e Zac Efron

the greatest showman

ROMA – Giornalista, impresario, scrittore, sindaco, deputato e circense. Sono solo alcune delle tante vite vissute da Phineas Taylor Barnum, fondatore dell’American Museum (1841) e del The Greatest Show on Earth (1872), un circo avveniristico, con tre piste e quattro palcoscenici, pensato per ospitare circa 20.000 spettatori e grazie al quale Barnum si ritagliò un posto nell’immaginario collettivo. Un’attività, in realtà, iniziata solo a sessant’anni, quando si era già lasciato alle spalle un numero considerevole di business tali da renderlo famoso in tutto il Paese. La sua storia rivive (in parte) in The Greatest Showman – lo trovate su CHILI -, musical diretto da Michael Gracey, con protagonista Hugh Jackman, nominato a tre Golden Globe.

The Greatest Showman
Hugh Jackman è P.T. Barnum in The Greatest Showman

Un self-made man nato in una famiglia povera e numerosa del Connecticut che fin da adolescente s’impegnò per ridisegnare il corso della propria vita. Una sceneggiatura scritta da Jenny Bricks e Bill Condon – già su Chicago e Dreamgirls – che tende però a semplificare eccessivamente una figura complessa e controversa come quella del “più grande showman del mondo”. Un precursore dalle idee brillanti e con un fiuto futuristico per gli affari ma anche scaltro e smaliziato imprenditore, antesignano delle moderne fake news, in grado di costruire una fortuna con le sue beffe travestite da sensazionali attrazioni.

Un poster realizzato per pubblicizzare il circo di Barnum

Se il musical di Gracey è un inno alla diversità rappresenta dai freaks scovati da Barnum/Jackman in giro per New York, la realtà storica è più contorta. Contemporaneo di Lincoln, il circense si batté contro la schiavitù nonostante parte della sua fortuna derivasse dai biglietti venduti per ammirare attrazioni esotiche come Joice Heth, ex schiava cieca di “centosessantuno anni”, alla quale Barnum fece staccare i denti per apparire più vecchia. Sottoposta alla sua morte ad un’autopsia pubblica a pagamento si scoprì invece appena ottantenne.

The Greatest Showman
Una scena del film

Insomma, una personalità ambigua quella di Barnum, da inquadrare nel periodo storico nel quale è vissuta ma che The Greatest Showman tende ad appiattire sia nei risvolti positivi che negativi. Certo, l’obiettivo del musical, per sua natura, è mettere in scena uno spettacolo visivo e sonoro ma un maggiore spessore psicologico ed una sceneggiatura più articolata avrebbero permesso di mettere in risalto le infinite sfumature del personaggio. Anche perché, emblema stesso dell’american way of life, Barnum fu l’antesignano di tanti moderni tycoon che avremmo conosciuto nel Novecento.

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