in

Howard e il destino del mondo | Un papero Marvel per quel cult Anni Ottanta

George Lucas, la Marvel, un personaggio bizzarro e Lea Thompson. Risultato? Imperdibile

Howard e il destino del mondo
Mai disturbare un papero che legge: Howard e il destino del mondo.

ROMA – In un mondo veloce, in cui la tecnologia è a misura di vita, morte e sogni, è bello ogni tanto dare uno sguardo ai ricordi di una volta, quando tutto era (forse) più semplice. A cominciare dal cinema. Niente ipotesi produttive, sequel già in cantiere, filoni narrativi. Così, mentre gli effetti visivi da blockbuster erano sperimentali, teneri e raffazzonati, l’idea di mettere un nano (anzi sei, a turno) dentro un costume da papero non sembrava un’idea così avventata. Del resto, come ogni storia bizzarra che si rispetti, anche la sua genesi non può essere scontata. E allora: prendete il regista di Guerre Stellari, aggiungeteci un assurdo fumetto Marvel, poi un pizzico di Anni Ottanta, la voglia di libertà e una delle attrici più iconiche del periodo. Ora frullate tutto, agitate ed ecco che da un vortice cosmico (!) arriva Howard e il destino del mondo.

Chiedi chi era Howard il Papero
Amico della Marvel: chiedi chi era Howard il Papero

E pochi giri di parole: Howard è il personaggio Marvel più cool di tutti. Altro che Tony Stark o Thanos. Il papero parlante e antropomorfo, pasticcione e brontolone, creato nel 1973 da Steve Gerber e Val Mayerik in una collana dalle sfumature sperimentali, ha avuto meritatamente un piccolo grande film stand-alone, Howard e il Destino del Mondo, uscito nel 1986. Ma, pur essendo diverso dal fumetto e nonostante avesse la forza di George Lucas come produttore e Lea Thompson come co-protagonista (rivedendola oggi, la sua bellezza glitter riassumeva in modo perfetto gli 80s), la pellicola fu, inizialmente, un fallimento. Gli incassi coprirono a malapena i costi, mentre le critiche furono ferocissime e ingiuste. Se Howard ha meritato un film tutto suo, è stato immeritato il relativo flop.

Lea Thompson e Howard.

Però, come spesso accade con certi titoli di quegli anni lì, pian piano il film diretto da Willard Huyck (sceneggiatore e amico di Lucas dai tempi di American Graffiti, trascinato nel film insieme all’altra sceneggiatrice Gloria Katz) ha conquisto spazio, apprezzamento, elogi. In poche parole, il giudizio del tempo ha reso Howard e il Destino del Mondo un vero e proprio cult. Riscoperto (e riscopritelo anche voi, per dare un’occhiata a com’erano i cinecomic una volta), il bislacco e adorabile film di Huyck (a proposito, che fine ha fatto?) è di quelli che, visti adesso, ci fanno viaggiare indietro nel tempo, quando si rideva di pancia, le VHS si noleggiavano sotto casa e si mangiava la pizza sul divano. Come un papero umanoide e scorbutico venuto da lontano, capace di trovare una sorta di famiglia in questo vecchio, pazzo mondo.

howard the duck
Lo stile di Howard. Da notare la Birdsweiser…

Perché, tra azione e spasso, la vicenda del dolce, irresistibile e caustico Howard è una storia di inclusione e accettazione del diverso. Incapace di tornare a casa ma caparbio nel voler trovare uno suo posto in un paese che, inizialmente, non lo accetta. Eppure Howard è Howard, il cinema degli Anni Ottanta è il Cinema degli Anni Ottanta. Allora, tutto è esagerato, scorretto, colorato, indimenticabile. «È un film su una papera che viene dallo spazio… Non dovrebbe essere un’esperienza esistenziale», disse Gloria Katz quando il film uscì in sala, «Dovremmo immaginare di divertirci con questo concetto, ma per qualche motivo i critici non sono riusciti ad oltrepassare questo problema».

Lea Thompson di nuovo con Howard, nell’albo disegnato da Joe Quinones.

Il caro Howard, occhi azzurri e ciuffo ribelle, adesso, non solo ha avuto la sua rivincita, con la medaglia di cult movie ad honorem, ma è anche tra i personaggi del momento. Insomma, più di trent’anni fa, innamoratosi di un papero dalla lingua lunga e dalle piume morbide, George Lucas, al momento sbagliato ma nel posto giusto, aveva capito le potenzialità di Howard. Così, tornando ad oggi, mentre Endgame è il kolossal degli ultimi anni, Howard è prima (ri)comparso nei Guardiani della Galassia, poi, appunto, in Avengers: Endgame (non ci avete fatto caso, vero?) e domani sarà protagonista di una serie tv portata su HULU da Kevin Smith. Ma basta soffermarci troppo nel presente, questo è un pezzo sulla nostalgia, che quackio!

  • Qui il brano che accompagna i titoli di coda:

Lascia un Commento

ultima-discesa-storia-vera

L’ultima discesa e la storia vera del miracolo di Eric Le Marque

film streaming

HOT CORN GUIDE | Tra spiaggia e streaming: il cinema italiano sotto l’ombrellone