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IL CASO | Crudo, magnetico e violento. Ma che fine ha fatto Holiday?

Dopo il passaggio al Sundance, è sparito nel nulla. Eppure meriterebbe una visione. Ecco perché

Un'altra estate: Victoria Carmen Sonne in una scena di Holiday.

ROMA – Inediti, scomparsi, svaniti. Sempre più film spariscono nel nulla. In questo caso parliamo di un film affascinante visto al Sundance, costruito su una ragazza (solo all’apparenza) volutamente oggetto. Una prova alquanto rischiosa, ancora più rischiosa se, come si vede già dal trailer, il film in questione non lesina certo momenti e sprazzi di malata brutalità. Schiaffi, lividi, cinte che si slacciano, accenni di violenza carnale. Per questo, fin dal passaggio al Sundance addirittura due anni fa, Holiday, diretto dalla sceneggiatrice svedese Isabella Eklöf (ricordate l’ottimo Border? Lo ha scritto lei, un nome da tenere sott’occhio) ha cominciato a far parlare di sè, diventando quasi un caso favorito poi da un continuo passaparola.

Victoria Carmen Sonn è Sascha

Per capire di più, bisogna partire dalla storia: Sascha, interpretata da Victoria Carmen Sonne, è la “donna” dello spietato boss e narcotrafficante danese Michael (Lai Yde). Oltre ad essere la sua compagna, è anche (e soprattutto) una schiava, un trofeo da sfoggiare, tenuta sotto controllo dal Dio Denaro, tra anelli, ville di lusso e automobili. Sascha, (in)consapevolmente accetta tutto questo, in balia di un passivismo che, appunto, ha creato intorno al film un acceso dibattito, sulla scia anche del contestato 365 su Netflix. Sembra quasi un Refn virato totalmente al femminile, una sorta di Drive ribaltato e corretto, con lampi di luce e violenza.

Il triangolo di Holiday

Per Sascha le cose cambiano infatti quando, durante una vacanza sulle coste della Turchia, conosce il gentile Thomas (Thijs Römer), scatenando un caldo triangolo in cui Sasha girerà la medaglia, diventando quasi la vedova nera che tesse la tela degli sconvolgenti fatti. Poi, come detto, per capire meglio Holiday – arriverà mai in Italia? Ormai ne dubitiamo, non c’è nemmeno in streaming – basta dare uno sguardo al trailer che gioca (alla perfezione) sui contrasti visivi firmati da un direttore della fotografia come Nadim Carlsen, già su Border e pure sul magnifico Cosa dirà la gente (rivedetelo). I colori saturi del Mediterraneo, il giallo di un costume, il rosso del sangue, il viso pallido di Sascha, capace di riscrivere il ruolo di vittima e carnefice. Insomma, nell’era del #MeToo, una sfida decisamente coraggiosa. Ma accolta da recensioni entusiasmanti.

  • Qui il trailer originale di Holiday:

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