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La grande scommessa di Adam McKay, dalle commedie demenziali fino all’Oscar

Dal SNL agli Oscar. Possibile? Sì, se ti chiami Adam McKay e un giorno decidi di cambiare tutto

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Adam McKay sul set de La grande scommessa con Ryan Gosling.

LONDRA – Ma può un regista, produttore e sceneggiatore, che di base ha sempre fatto della risata una missione di vita, dirigere e scrivere un film pieno di crack finanziari, mutui subprime, crediti swap e, via dicendo in termini tecnici che, a sentirli fanno tutt’altro che ridere? La risposta è semplice: sì, se sei a Hollywood, ti chiami Adam McKay e in testa hai La grande scommessa. Anzi, a dirla tutta, non solo puoi, ma ci riesci e sei talmente bravo da ricevere una candidatura all’Oscar come miglior regista e, come se non bastasse, anche quella per la miglior sceneggiatura non originale insieme al compare Charles Randolph, che andrai a vincere. Questa è una storia talmente strana che sembra uscita da un racconto di finzione, un racconto squisitamente americano, e che invece è esattamente quello che è accaduto a McKay.

 La grande scommessa
Adam McKay sul set de La grande scommessa con Christian Bale.

Ma chi è davvero Adam McKay? E perché ha girato La grande scommessa? Andiamo con ordine: McKay, nato a Philadelphia nel 1968, ha cominciato dalla carriera comica, iniziata al Saturday Night Live, poi passato alla regia su film demenziali come Fratellastri a 40 anni (ricordate Adam Scott?), I poliziotti di riserva e Anchorman 2 – Fotti la notizia, spesso con l’amico Will Ferrell sul set, più che un collega, un compare. Poi, nel 2015, si imbatte nella storia vera di Michael Burry, nel film interpretato da Christian Bale, e la sua vita cambia, decide di cambiarla e di smetterla con le commedie demenziali. E che fa? Gira un film clamoroso, La grande scommessa, appunto, riesce ad allestire un cast con Brad Pitt, Christian Bale, Steve Carell (altro socio) e Ryan Gosling. La critica applaude, il pubblico apprezza (150 milioni di dollari di incasso) e non bastasse lui vince un Oscar, per la miglior sceneggiatura.

Adam McKay
Adam McKay con Sam Rockwell e Christian Bale sul set di Vice.

Finita qui? Rivincita terminata? No, anzi, perché McKay ci prende gusto e capisce che la grande scommessa l’ha fatta soprattutto su di se: vuole essere considerato e nel 2018 si cimenta addirittura con la politica di Vice e l’ombra di Donald Rumsfeld, chiamando ancora l’amico Bale sul set. Azzardo? Si è spinto troppo in là? No: ecco arrivare altre otto nomination all’Oscar e un posto nella Hollywood che conta. Insomma, niente male per uno abituato a pernacchie e gag scorrette, ma non crediate che la corsa sia finita qui: al momento McKay ha finito di scrivere Don’t Look Up, storia di due astronome che cercano di convincere tutti che il mondo verrà colpito da un meteorite. Cast? Jennifer Lawrence e Cate Blanchett. Niente male per uno che solitamente firmava film come Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno. E chissà che un giorno non scriva un film sulla sua storia. Titolo? Facile: La seconda vita di Adam McKay.

  • Trovate i film di Adam McKay su CHILI. Qui la vittoria dell’Oscar:

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