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Da Henry Mancini a Les Baxter | La playlist vintage di Hot Corn

Sciarada, Jack Lemmon, Bogart e exotica: mettete le cuffie e fate un tuffo nel passato con noi

Da Henry Mancini a Marylin
Da Henry Mancini a Marylin: la playlist vintage

SUITE | Henry Mancini. Da Sciarada – Prendete una buona dose di suspense, poi aggiungete una manciata di commedia e frullate il tutto con un pizzico di romanticismo. Aggiungete Audrey Hepburn e Cary Grant ed eccovi Sciarada. A rendere il tutto più allettante, la colonna sonora di Henry Mancini, score che contiene tutti i generi del film tradotti in melodie. Il jazz si mischia a elementi esotici, sentimentali, vivaci, cupi e spensierati. Una varietà incredibile di temi e strumenti.

EARLY MORNING | Sol Kaplan. Da Niagara – Marilyn Monroe per la prima volta in technicolor: un evento epocale. Ma Niagara, noir diretto da Henry Hathaway, fu importante anche per un’altra particolarità. Per la prima (e unica volta), Norma Jean interpreta un ruolo dalle sfumature negative. Lo score, esempio perfetto delle pellicole della vecchia Hollywood, è opera di Sol Kaplan, compositore la cui ascesa fu bruscamente interrotta dalla “paura rossa” del maccartismo.

SEQUENZA 1 | Piero Piccioni. Da Adua e le compagne – Antonio Pietrangeli ha saputo raccontare il femminile al cinema come pochi altri. Ne ha ritratto tenacia, fragilità, leggerezza e dolori inserendole nel quadro sociale di un’Italia in cambiamento. Con Adua e le compagne, affresco corale del tentativo di riscatto di un gruppo di ex prostitute, ha toccato uno dei punti più alti della sua filmografia. Ad affiancarlo il grande Piero Piccioni che qui ci regala una partitura jazz avvolgente e seducente e, contemporaneamente, distante. Come le sue protagoniste.

TERRORE NELLO SPAZIO PARTE 1 | Gino Marinuzzi Jr. – Da Terrore nello spazio – La storia del cinema deve molto alla creatività di Mario Bava, pioniere dell’horror e degli effetti speciali, capace di realizzare cult con budget irrisori. Un esempio è Terrore nello spazio, unica pellicola di fantascienza della lunga carriera che ispirerà addirittura Ridley Scott per Alien. Il film è importante anche per la colonna sonora firmata da Gino Marinuzzi Jr che realizzò uno dei primi esempi di score elettronico in Italia. Ad ascoltarla oggi, la partitura non sembra affatto essere stata scritta oltre cinquant’anni fa.

TEXAS MEMORIES | Max Steiner. Da Il tesoro della Sierra Madre – John Huston diresse Il tesoro della Sierra Madre nel 1948 chiamando sul set Humphrey Bogart e Tim Holt per l’adattamento del romanzo di B. Traven. Una corsa all’oro che si trasformerà in un conflitto asprissimo musicata da Max Steiner. Una meravigliosa partitura orchestrale con elementi musicali presi dalla tradizione messicana e riadattati il tema del film. Score epico che non rinuncia a passaggi ironici e distesi.

MAIN TITLE | Les Baxter. Da I vivi e i morti – Primo titolo della serie di pellicole ispirate ai racconti di Edgar Allan Poe, I vivi e i morti e inizio della lunga collaborazione tra Roger Corman e Vincent Price. La colonna sonora è opera del compositore statunitense Les Baxter. Fiati, percussioni e archi sono gli strumenti scelti per evocare suspense ma non solo. Presenti inoltre lievi elementi di derivazione jazz nell’uso delle trombe mentre risultano ancora assenti le sonorità esotiche che caratterizzeranno le sue future score.

DERBY TIME | Kenyon Hopkins. Da Lo spaccone – Paul Newman è “Eddy Lo svelto” nella trasposizione de Lo spaccone, il romanzo scritto nel 1961 da Walter Tevis. Lo score è una splendida partitura jazz firmata da Kenyon Hopkins dove il piano ha la stessa aura arrogante e irresistibile di Eddy. Ma la colonna sonora si estende anche a composizioni più complesse e variegate. Un’opera dalla forte identità, perfettamente in grado di vivere a prescindere della pellicola di Robert Rossen.

LE NOTTI BIANCHE | Nino Rota. Da Le notti bianche – Tratto dal racconto di Dostoevskij, Le notti bianche di Luchino Visconti vinse il Leone d’Argento a Venezia 22 grazie all’amore sfortunato di Mario (Marcello Mastroianni) e Natalia (Maria Schell). Per le musiche, il regista chiamò Nino Rota dando inizio a una collaborazione che da Rocco e i suoi fratelli proseguirà con Boccaccio ’70 e Il Gattopardo. La sua inconfondibile firma è nei fiati sognanti e malinconici che si abbracciano con i violini speranzosi per uno score delicato.

LONELY ROOM | Adolph Deutsch – Da L’appartamento Vincitore di cinque Oscar e tre Golden Globe, L’appartamento è tra i classici del Novecento che il tempo non sembra scalfire. Diretto da Billy Wilder e con Jack Lemmon e Shirley MacLaine, il film è il penultimo ad essere stato musicato da Adolph Deutsch prima del ritiro. Non poteva che essere il violino lo strumento principale della colonna sonora che contiene sfumature classiche contaminate da dettagli jazz.

SINNÒ ME MORO | Carlo Rustichelli. Un maledetto imbroglio – Pietro Germi è il commissario Ingravallo nonché regista di Un maledetto imbroglio, libera rielaborazione del capolavoro di Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana. Il regista per le musiche volle l’amico e collaboratore, Carlo Rustichelli che affidò il brano principale del film, Sinnò me moro, alla figlia Alida. Scritta da Germi, Rustichelli e Alfredo Giannetti, la canzone diventerà un classico del repertorio romano.

Da Sciarada a  Le notti bianche trovate tutti i titoli della nostra playlist su CHILI

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