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Hal | La storia, i film e le molte esistenze di Hal Ashby, un genio ancora incompreso

Da Jack Nicholson a Cat Stevens, da Shampoo a Oltre il giardino: come riscoprire un irregolare

Hal Ashby
Hal Ashby e la sua sedia: nato nel 1929, morì nel 1988 a 59 anni.

ROMA – Un irregolare, un punk prima che esistesse il punk, un uomo totalmente libero che giocò sempre a modo suo. Classe 1929, nato nello Utah, Hal Ashby arrivò a Hollywood come montatore, facendosi un nome con film come Il caro estinto di Tony Richardson, seguito poi da un cult come La calda notte dell’ispettore Tibbs per cui vinse l’Oscar proprio per il miglior montaggio. Non aveva nemmeno quarant’anni. Da subito Ashby abbracciò lo stile di vita hippie della California, diventando un abituale fumatore di marijuana e un sostenitore della controcultura. Le sue visioni non conformiste influenzarono poi inevitabilmente la scelta dei temi con film dalla forte coscienza sociale su figure emarginate. Non a caso il film di debutto, Il padrone di casa, nel 1970 esaminava già allora la gentrificazione in un quartiere a basso reddito di New York, a Park Slope, abitato da afroamericani, con Beau Bridges come protagonista.

David Carradine è Woody Guthrie in Questa terra è la mia terra, girato nel 1975.

Personaggio bizzarro e affascinante, uno dei giganti della New Hollywood, capace di cambiare il concetto di cinema negli anni Settanta, Hal Ashby – scomparso nel 1988 a 59 anni, dopo undici film e perfino due pellicole musicali girate con Neil Young e con i Rolling Stones negli anni Ottanta – qualche anno fa è stato al centro di un meraviglioso documentario diretto da Amy Scott, con interviste a molti dei collaboratori e ad attori e amici come Jeff Bridges, Warren Beatty e Jon Voight. Un lavoro ottimo – purtroppo inedito in Italia – anche nel raccontare anche le sue battaglie con gli Studios e le sue tecniche non ortodosse di regia. Ashby era un anarchico che fece sempre di testa sua, che seguì esempi precisi (vedi Woody Guthrie, che raccontò in un biopic, Questa terra è la mia terra) e che seppe però anche conquistare Hollywood, sbancando l’Academy nel 1978 con Tornando a casa, otto nomination all’Oscar e tre statuette vinte tra cui quelle ai due protagonisti, Jane Fonda e Jon Voight.

Tornando a casa: Jon Voight e Jane Fonda in una scena.

E se di Harold e Maude già vi abbiamo parlato in uno dei nostri Longform (lo trovate qui), film ispirato alla sua esperienza (il padre si suicidò quando lui aveva 12 anni), impossibile non citare personaggi come quello di Peter Sellers in Oltre il giardino o di Jack Nicholson ne L’ultima corvè (altro film dimenticato, lo trovate su Prime Video e AppleTV+ a noleggio), mentre altri titoli minori degli anni Ottanta come Cuori di seconda mano oppure La moglie del campione sono spariti. Capitolo a parte merita Shampoo, girato nel 1975, storia apparentemente leggera con Warren Beatty, Julie Christie, Goldie Hawn e colonna sonora firmata da Paul Simon. Ecco, la musica per Ashby fu sempre fondamentale, da Cat Stevens voluto per Harold e Maude, alle canzoni scelte per Tornando a casa (c’era pure Tim Buckley) fino a Solo Trans, concerto che girò per un altro folle irregolare come lui, ovvero Neil Young (lo trovate su Vimeo qui).

Shampoo
La bellezza: Julie Christie e Warren Beatty in Shampoo, girato da Ashby nel 1975.

L’ultimo film fu 8 milioni di modi per morire con Jeff Bridges, scritto da Oliver Stone, il suo lavoro meno personale, come del resto molte cose degli anni Ottanta. Dopo il successo di Oltre il giardino, che portò Sellers alla nomination all’Oscar e Melvyn Douglas alla vittoria della statuetta, Ashby sbagliò due film consecutivi, uno dei quali ancora con Jon Voight, Cercando di uscire, nel 1982 con una piccola Angelina Jolie. Si ritirò a Malibu – abitava a Malibu Colony Road – lavorando sempre meno. Gli venne diagnosticato un tumore al pancreas, ma nonostante le cure e l’aiuto dell’amico fraterno Warren Beatty morì a soli 59 anni, il 27 dicembre del 1988. La sua eredità? Infinita e spesso poco raccontata. Impossibile oggi pensare agli Oscar vinti da Sean Baker, ma anche alle visioni di Wes Anderson, a Paul Thomas Anderson oppure al cinema di David O. Russell e Alexander Payne senza un irregolare chiamato Hal Ashby…

  • LONGFORM | Harold, Maude e quella storia…
  • VIDEO | Qui il trailer di Hal:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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