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Florian Zeller: «The Son? Spero il mio film apra una conversazione sulle malattie mentali»

Da Hugh Jackman all’adattamento passando per la tematica centrale: il regista si racconta a Hot Corn

Florian Zeller, regista di The Son
Florian Zeller, regista di The Son

VENEZIA – The Father lo ha catapultato tra i nomi più importanti del cinema europeo dopo anni come apprezzato drammaturgo di opere teatrali messe in scena in tutto il mondo. A due anni dall’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale con il suo film d’esordio, Florian Zeller ha portato in Concorso a Venezia 79 The Son, adattamento di Le Fils, ultimo capitolo di una trilogia iniziata nel 2010 con La Mère. Protagonisti Hugh Jackman, Laura Dern,Vanessa Kirby e Zen McGrath in un film che parla di sensi di colpa e responsabilità, di malattie mentali e ricordi. Al centro della storia Nicholas, diciassettenne che, dopo il divorzio dei genitori, inizia a provare un profondo malessere psicologico mentre il padre e la madre provano a prendersene cura, tra errori, paure e amore.

HUGH JACKMAN «Mi ha mandato una mail e sono rimasto sorpreso dalla sua onestà e umiltà. Ci siamo incontrati su Zoom la prima volta perché eravamo nel bel mezzo della pandemia e non poteva essere altrimenti. Dopo otto minuti di conversazione gli ho offerto la parte. Ho capito che era connesso, sapevo avrebbe esplorato quei territori in modo onesto».

florian zeller
Hugn Jackman in una scena del film di Florian Zeller

L’ADATTAMENTO «The Son è l’adattamento di un testo teatrale ambientato in Francia. Quando ho iniziato a sognarlo, New York è stata la prima immagine che mi è venuta in mente. Lì ci sono persone da tutto il mondo e io volevo raccontare una storia che poteva accadere a tutti. New York mi dava quella possibilità. Abbiamo fatto molta ricerca per essere più possibili credibili e allineati con la realtà americana».

Una scena del film

LE MALATTIE MENTALI «Le malattie mentali sono molto difficili da spiegare. Si cerca sempre qualcuno da incolpare. In questo caso non volevo spiegare da dove arrivava il dolore del protagonista. Piuttosto era importate catturare il mistero e la frustrazione attorno a quel dolore e all’impossibilità di aiutarlo».

Hugh Jackman e Florian Zeller sul set del film

LA CONVERSAZIONE «Ho scritto il testo teatrale cinque anni fa. Credo si tratti della mia storia più importante. Arriva da tematiche personali, ma non volevo fare un film sulle mie emozioni. A teatro ero interessato a vedere la reazione del pubblico. Ci sono così tante persone che hanno a che fare con questo genere di cose e c’è ancora così tanta vergogna e ignoranza al riguardo. Nelle mie intenzioni spero che questo film apra una conversazione su queste tematiche».

Florian Zeller
Un’immagine del film di Florian Zeller

LO SPAZIO «In The Father volevo mettere gli spettatori in una posizione specifica nello spazio mentre qui il mio desiderio era raccontare dall’esterno il malessere del protagonista, dal punto di vista delle persone che lo circondano e profano frustrazione. Persone che non hanno le risorse per aiutarlo. Qui il set mi serviva per mettere in scena una narrazione più oggettiva e realistica».

  • The Father: l’oblio dei ricordi di Anthony Hopkins e l’illusione di Florian Zeller

Qui sotto potete vedere il trailer del film:

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