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Da flop a cult moderno: The Disaster Artist e il curioso caso di Tommy Wiseau

Dopo il passaggio in sala, The Disaster Artist arriva in digitale. Scoprite con noi l’Ed Wood del Duemila

Vero e falso: James Franco e Tommy Wiseau.

Cinque anni. Per cinque anni Tommy Wiseau pagò un cartellone pubblicitario per pubblicizzare il suo The Room. Cinque anni in cui il manifesto restò in bella vista lungo la Highland Avenue, dietro al Roosevelt Hotel, storico albergo di Los Angeles nonché prima location degli Oscar del 1929. Anche quell’assurdo manifesto, con tanto di numero di telefono al quale, all’epoca, rispondeva proprio Wiseau, è stato ricreato per un cult assoluto come The Disaster Artist, bizzarra e geniale opera ora disponibile in digitale su CHILI, diretta, co-prodotta e interpretata da un altro folle, James Franco, che ha voluto raccontare l’amicizia tra Wiseau e Greg Sestero (interpretato da Dave Franco) e il dietro le quinte della realizzazione del «Quarto Potere dei brutti film», come lo definì Ross Morin, giornalista di Entertainment Weekly.

Il cartellone pubblicitario di The Room: per cinque anni rimase sulla Highland Avenue di Los Angeles

Ma chi è Tommy Wiseau? E come è riuscito a diventare l’Ed Wood degli anni Duemila? In realtà, nessuno è in grado di dare una risposta a queste domande. (Probabilmente) polacco, (probabilmente) nato negli anni Cinquanta, (probabilmente) arricchitosi importando giacche di pelle dalla Corea. Indizi scovati – in parte – tra le pagine di The Disaster Artist: My Life Inside The Room, il memoir di Sestero dal quale è stato adattato The Disaster Artist. Un alone di mistero che ha contribuito ad alimentare la popolarità del regista e del film che, nel 2003, incassò solo 1.800 dollari durante il primo weekend, a fronte di una spesa produttiva di circa sei milioni. A trasformarlo da lungometraggio più brutto della storia a cult ci hanno pensato le proiezioni di mezzanotte per i cinema di mezzo mondo. Vere e proprie esperienze collettive, spesso in presenza dello stesso Wiseau, che ne hanno amplificato notorietà e ammiratori (qui sotto, il trailer di The Room).

Ma dietro quella lunga chioma tinta di nero e il sorriso di plastica si può facilmente scorgere la maschera tragica di un uomo che era convinto di aver scritto, diretto, prodotto e interpretato un film degno di Tennessee Williams o di una performance di James Dean, con tanto di citazione – «You’re tearing me apart, Lisa!» – di Gioventù bruciata. Il risultato, invece, è uno sconclusionato triangolo amoroso girato in quaranta giorni, sia in 35mm che in digitale (!), con errori tecnici grossolani, buchi narrativi ed una recitazione (involontariamente) comica. Talmente convinto del risultato, Wiseau pagò perché il film restasse due settimane in sala così da poter gareggiare per gli Oscar. E alla fine, anche se con quindici anni di distanza e con un percorso tutt’altro che lineare, Wiseau ed il suo The Room ce l’hanno fatta. Il sogno americano è compiuto. (qui sotto, il trailer di The Disaster Artist)

E se non dovessero bastarvi il videogioco ispirato a The Room, il folle canale YouTube Tommy Explains It All o gli assurdi tentativi del regista di farsi scritturare via Twitter in Star Wars (sì, Star Wars) o nei panni del Joker nel prossimo film di Todd Phillips, non disperate. Già, perché la coppia Tommy Wiseau & Greg Sestero, sull’onda della nuova fama, è pronta per tornare sul grande schermo. Qui sotto trovate il trailer di Best F(r)iends, comedy-thriller la cui uscita è prevista nei prossimi mesi, una sequela di immagini e gag totalmente assurde. Puro stile Wiseau, insomma.

Curiosi? Potete vedere il cult di James Franco su CHILI: The Disaster Artist

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