TRIESTE – Nimani è un’androide da programmare a proprio piacimento. Con lei l’astronauta Milutin viaggia verso Alsa Centauri e, ferito dalle donne del passato, s’innamora di questa creatura molto più elaborata di quanto possa immaginare. L’esordio dietro la macchina da presa del serbo Lazar Bodroza, presentato al Trieste Science + Fiction Festival 2018, si chiama Ederlezi Rising ed è il primo film da attrice fuori dall’universo hard per Stoya, trentaduenne del North Carolina di origini serbe, nota non soltanto per le sue pellicole indirizzate al pubblico adulto ma anche per il suo attivismo politico e i suoi articoli scritti per blog e testate come il New York Times e il Guardian, molti dei quali raccolti nel suo libro Philosophy, Pussycats & Porn, che include testi e riflessioni sul significato di ricoprire il ruolo di sex worker in America. Con noi di Hot Corn ha parlato di fantascienza, politica e molto altro.

L’ATTIVISMO «Se mi dovessi autoanalizzare, direi che la mia personalità è felina. Se qualcuno mi provoca, divento un gattaccio di strada. So essere pacifica, curiosa, sono iscritta al Partito Democratico, ma quello che mi spinge è un pensiero misto tra il conservatorismo e l’anarchia progressista. Faccio politica e attivismo a modo mio: quando intorno a me vedo ingiustizie, sento il bisogno di far sentire la mia voce e di reagire. Detesto però l’etichetta di femminista».

UN NUOVO INIZIO «Orizzonti diversi? Avevo già ricevuto proposte da alcuni produttori per partecipare a film lontani dall’hard, ma non mi avevano convinto: dovevo essere la “spogliarellista n. 3” oppure la “prostituta n.6”. Quando Lazar Bodroza mi ha proposto il ruolo di Nimani per Ederlezi Rising non ho esitato un attimo. Soltanto sentendo parlare del “primo film di fantascienza serba” mi sono immediatamente esaltata e ho accettato la sfida».

NESSUNA INFLUENZA «Per il personaggio di Nimani ho cercato di evitare di ricalcare modelli noti di androidi femminili già visti al cinema, come Ava di Ex Machina o Joi di Blade Runner 2049. Ho voluto costruirla affidandomi completamente ai suggerimenti di Lazar. Non ho una formazione attoriale, mi sono basata sulla mia esperienza con la danza per i movimenti del corpo e con il porno per il modo di stare davanti alla macchina da presa. Nelle scene di nudo, cercavo di ripetere sempre la stessa postura per continuare a rimanere e sentirmi un robot».

UOMINI E DONNE «La domanda fondamentale che si pone Ederlezi Rising è questa: anche in futuro, gli uomini commetteranno con i cyborg gli stessi identici errori che oggi commettono con le donne? Ad ogni modo, penso che sia un film molto evocativo, che lascia adito a molte interpretazioni e che affronta con sensibilità e originalità il tema delle relazioni interpersonali».

LA PAURA «Il porno negli USA? Soltanto adesso, con l’amministrazione Trump, le donne dell’industria porno non si nascondono e si stanno schierando in prima linea. Scrivono romanzi, sono diventate opinioniste, parlano pubblicamente della loro vita e delle loro esperienze. Penso che stiamo vivendo un momento di transizione in cui alla fine potrà essere davvero compreso che cosa siamo al di fuori del nostro lavoro. Sogniamo ancora un mondo migliore, ma nello stesso tempo abbiamo paura di essere noi il prossimo bersaglio, come adesso lo sono i musulmani e i transgender».
Qui potete vedere il trailer di Ederlezi Rising
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