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Ezio Greggio: «Io e i miei miti, tra Walter Chiari, Mel Brooks e Jean-Paul Belmondo…»

I primi anni, i riferimenti, i miti, ma anche Yuppies e Drive In: cronaca di una serata davvero speciale

Ezio Greggio davanti al Castello Mediceo di Melegnano con il poster di Hot Corn. Foto Roberto Martelli.

MELEGNANO – Le due sale sono piene. La gente si mette in fila ed entra con pazienza. Il freddo punge mani e piedi, servono mascherina e Green Pass, ma poco importa. Alle persone arrivate qui al Castello Mediceo – alla fine saranno centoquaranta – non sembra importare molto. L’ospite vale l’attesa e l’attesa è tutta per Ezio Greggio, protagonista assoluto dell’incontro organizzato da Hot Corn e Viviana Gandini con il patrocinio del Comune di Melegnano. Un incontro molto diverso dal solito, un viaggio in bilico tra passato, presente e futuro in cui Greggio – un mito della cultura pop degli ultimi quarant’anni – racconta i suoi miti, i riferimenti, i personaggi che hanno contribuito a farlo diventare quello che è oggi. Ogni nome, un tassello del mosaico. Ogni ricordo, un pezzo di vita.

L’inizio dell’incontro nella sala del Castello. Foto Roberto Martelli.

Dopo il saluto e l’introduzione dell’Assessore alla Cultura di Melegnano, Roberta Salvaderi, ecco Andrea Morandi, direttore di Hot Corn, prendere la parola e spiegare come funzionerà l’incontro, che verrà segnato dalle sette clip preparate dalla redazione. Ogni clip, un ricordo. Ogni film, un viaggio. Ogni viaggio, un eroe. E allora ecco Greggio prendere la palla al balzo e cominciare ad andare a ritroso, in una sorta di favola in cui il protagonista è ovviamente lui, ma il lui ragazzo, il giovanotto pieno di speranze che andava a Biella a vedere Erminio Macario e poi bussava al suo camerino cercando di intravedere il futuro. Nacque così la prima curiosità rispetto ai tempi comici, ma anche l’idea dietro la battuta, l’importanza di sapere aspettare il momento giusto per riuscire a far ridere la gente.

Ezio Greggio e Andrea Morandi nella sala del Castello. Foto Roberto Martelli.

La seconda clip che viene proiettata sullo schermo del Castello è invece quella di Stavisky il grande truffatore con Jean-Paul Belmondo, figura chiave che folgorò Ezio un giorno per caso, a Parigi: in gita con la scuola, si trovò a Sacré-Cœur, mentre l’attore francese stava girando un film. Rimase ipnotizzato al punto da ignorare gli avvertimenti degli insegnanti e disobbedire in nome di quello che sarebbe stato il suo futuro. Anche qui, il cerchio poi si sarebbe compiuto – racconta – quando molti anni dopo Paul Belmondo, il figlio del divo, avrebbe ascoltato questa storia e avrebbe passato Greggio al telefono proprio a suo padre, felice di aver contribuito ad un viaggio tanto lungo.

Davanti alla clip di Stavisky con Jean-Paul Belmondo. Foto Roberto Martelli

Il pubblico ascolta, attento, segue le linee del tempo tracciate da Greggio che passa da Parigi a San Babila, dai primi passi nel teatro fino agli anni Ottanta e alla Milano da bere di Yuppies e del suo personaggio, Willy, cialtrone d’alto bordo amante di auto e donne. C’è poi una clip di Intrigo a Taormina con Walter Chiari e Ugo Tognazzi in una gag esilarante, spunto per raccontare il rapporto tra Ezio e lo stesso Chiari nonché per celebrare i trent’anni della sua scomparsa (era il 20 dicembre del 1991). «Un genio assoluto», precisa, «che andrebbe ricordato molto più di quanto viene fatto oggi. Va fatto uno sforzo da parte di tutti per tramandare il ricordo di questi personaggi». Un genio, proprio come Mel Brooks, altro socio e amico di cui viene ricordato il primo incontro e poi i film insieme e quella sera con la moglie Anne Bancroft e uno strano pianoforte che suonava da solo.

Ezio Greggio in un altro momento della serata. Foto Roberto Martelli

Ovviamente c’è spazio anche per Il Silenzio dei Prosciutti, primo film da regista girato nel 1994 (e ora ripubblicato in Dvd grazie a Mustang Entertainment, lo trovate qui) a cui Greggio lega un aneddoto gustoso: visto che veniva citato il suo nome (il personaggio di Billy Zane nel film si chiamava Jo Dee Fostar), dovette mostrare il film alla vera Jodie Foster che incontrò in ascensore a Los Angeles poco prima della proiezione e che, alla fine del film, si congratulò con lui. Le clip sono solo sette, ma potrebbero essere settanta, così dopo quasi un’ora e mezza di incontro e aneddoti infiniti (tra cui uno clamoroso su Gino Bramieri e Raffaele Pisu), l’incontro giunge al termine.

Ezio Greggio nella seconda sala del Castello di Melegnano.

Tra selfie, mascherine e firme sulle copie del Dvd del primo film girato (Sbamm! di Francesco Abussi, era il 1980), Greggio si intrattiene ancora con il pubblico per un selfie di rito e per un commento sulla nuova partenza di Striscia la notizia, prima di andarsene mentre la gente ancora commenta i suoi aneddoti e le sue parole. Poco dopo, lasciandoci alle spalle il Castello Mediceo ora avvolto dalla nebbia, l’impressione è quella di aver assistito a un incontro unico e di aver avuto il privilegio di viaggiare nel tempo per assistere al racconto di un mondo narrato da uno dei suoi protagonisti che, come ripete anche alla fine dell’incontro, è ancora un fan, un appassionato come tanti che proprio non riesce a smettere di amare il mestiere che fa…

  • VIDEO | Quella volta che ci raccontò Walter Chiari:

 

 

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