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Ethan Hawke: «Amore e musica: ecco Blaze Foley, il mio perdente di successo»

In un incontro a New York l’attore ha raccontato il suo film, Blaze, e la passione per il country

"Drunken Angel": Ethan Hawke sfoggia la T-shirt dedicata a Blaze Foley.

NEW YORK – Ethan Hawke e Ben Dickey, cantautore e attore, hanno partecipato ad un Q&A qui a Manhattan parlando del loro progetto Blaze, quarto film firmato da Hawke come regista. Hawke e Dickey sono amici di lunga data, si sono incontrati grazie alla moglie di Hawke e a quella di Dickey, amiche dall’infanzia. L’incontro – piacevole e divertente in più di un momento – è cominciato con un ricordo del primo concerto visto da Hawke: suo padre lo portò ad Austin, in Texas, per un evento di Willie Nelson, nel luglio del 1976. Qualcosa cambiò per sempre: «Iniziai ad appassionarmi alla musica country perché diventò più di un semplice suono: era qualcosa di personale, riguardava il rapporto che avevo con mio padre».

Ethan Hawke con Ben Dickey sul set di Blaze.

La passione per il country dell’attore è stata quindi determinante per girare il biopic su Blaze Foley, misconosciuto cantautore, nato in Arkansas, ma cresciuto Irving, Hurst e Arlington da adolescente. Blaze si trasferì poi in Georgia con Sybil Rosen, le cui memorie, Living in the Woods in a Tree: Remembering Blaze Foley, sono state la fonte d’inspirazione del film (la sceneggiatura è firmata da Rosen e Hawke). Dopo un breve periodo a Chicago, Foley e Rosen si trasferirono ad Austin, dove si separarono e lui divenne parte della scena musicale locale degli anni ’70 e ’80.

Hawke e Dickey al Today Show per presentare Blaze.

«Blaze Foley a un certo punto si è trovato tra due sorgenti», ha spiegato Hawke. «Da una parte c’era la sua storia d’amore con Sybil Rosen e la loro vita in una casa sull’albero, in Texas. Dall’altra la sua ambizione musicale e le lotte con droga, alcol, malattie mentali e una storia di abusi». Nel film Hawke fa incontrare queste due sorgenti mentre Dickey esegue (magnificamente) le canzoni originali di Blaze.

Ben Dickey e Alia Shawkat in una scena di Blaze.

«Le storie che ho sentito su Blaze mi hanno fatto pensare al mio patrigno», ha spiegato Hawke. «Lui mi ha insegnato ad amare la musica, lui mi ha dato una chitarra in mano facendomi ascoltare il country e quando mi sono diplomato, e lui non aveva più conti da pagare, si è comprato una Harley Davidson e ha guidato fino a Nashville per diventare un cantautore. Oggi lotta con la depressione, ma credo che la musica e il cinema possano aiutarlo, ne sono convinto».

Ethan Hawke sul set di Blaze.

Ben Dickey è invece un caso a parte: al suo debutto come attore, ha suonato fin dall’adolescenza e fin dall’inizio ha capito molto bene le difficoltà di Blaze con il successo e un pubblico difficile da raggiungere. «Ho vissuto quello che ha provato Blaze. Sali sul palco, dai tutto per venti persone e poi qualcuno ti chiede se era una canzone di Neil Young quella che avevi cantato»Alla sua prima esperienza sul set, Dickey ha ammesso che era molto nervoso, ma alcune lezioni di recitazione con Vincent D’Onofrio lo hanno aiutato.

Il vero Blaze Foley, morto nel 1989 a quarant’anni per un colpo di pistola.

«La vita di Blaze è sempre stata in bilico», ha concluso l’incontro Hawke, «nel libro da cui ho tratto il film, l’ultima volta vede l’amata Sybil sta andando a New York e nello stesso momento incontra una leggenda come Townes Van Zandt. L’amore della sua vita e il più grande autore vivente. Per questo ho deciso di assumere il punto di vista di Sybil: solo lei poteva davvero raccontare Blaze…».

  • STORIE | Ma che fine ha fatto Blaze?
  • INSTAGRAM | Il profilo di Ethan Hawke
  • Qui il trailer di Blaze, senza distribuzione italiana:

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