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Da Bob Dylan a Whoopi Goldberg | Se il fantasma di Emmett Till ritorna in un film

Chinonye Chukwu racconta un capitolo terribile della storia del Novecento. In Italia? In primavera

Emmett Till
Danielle Deadwyler e Jalyn Hall in Till di Chinonye Chukwu.

MILANO – Fu picchiato a sangue. Poi gli cavarono un occhio. Quindi gli spararono e lo buttarono nel Tallahatchie, un fiume nel Mississippi. Al collo, una zavorra con del filo spinato. Per non farlo riemergere mai più. Il suo cadavere rimase nel fiume per tre giorni prima di essere scoperto e recuperato, per caso, da due pescatori. Il suo nome era Emmett Till e aveva solo quattordici anni. Era il 28 agosto del 1955, un’estate che nessuno avrebbe mai dimenticato. Bob Dylan, qualche anno dopo, ci avrebbe scritto una canzone, The Death of Emmett Till, proprio per non dimenticare mai di cos’era stata capace la sua America: «This song is just a reminder to remind your fellow man. That this kind of thing still lives today in that ghost-robed Ku Klux Klan».

Emmett Till
Una scena di Till: Emmett e la madre, ovvero Jalyn Hall e Danielle Deadwyler.

Da quella terribile notte di agosto del 1955 ad oggi, Emmett Till è tornato più volte nella cultura popolare, tra canzoni di Dylan e Kanye West (prima che sparisse) a scritti di Toni Morrison (che scrisse la pièce Dreaming Emmett) e Langston Hughes fino a documentari come The Murder of Emmett Till del 2003 oppure XIII emendamento di Ava DuVernay. Adesso però arriva anche un film, che in Italia vedremo in primavera, chiamato semplicemente Till e diretto da Chinonye Chukwu, sceneggiatrice e regista nigeriana naturalizzata statunitense, prima donna di colore a ricevere il Gran premio al Sundance per Clemency (mai uscito in Italia). Questa volta la regista ha deciso di raccontare l’intera storia da un altro punto di vista, quello della madre di Emmett, Till Mobley, interpretata da Danielle Deadwyler, vista di recente anche in The Harder They Fall.

Emmett Till
Chinonye Chukwu sul set di Till con Danielle Deadwyler.

Così, non vedremo la violenza feroce dei due assassini bianchi, che massacrarono il povero Emmett per aver fischiato ad una donna bianca in una drogheria (avvenimento mai verificato), ma la vicenda sarà filtrata attraverso gli occhi di Elizabeth Till-Mobley, la madre, colei che decise di tenere la bara aperta durante il funerale in modo che tutti vedessero cos’avevano fatto a suo figlio. «Quando ho cominciato a riflettere sul film», ha spiegato la Chukwu, «ho subito capito che avevo una grande opportunità: quella di raccontare la storia attraverso Mamie Till. Non fosse stato per lei, la memoria del figlio sarebbe svanita nel nulla, invece fu lei ad accendere una fiamma di speranza per quello che sarebbe diventato poi il Movimento dei Diritti Civili».

Jalyn Hall nel ruolo di Emmett Till.

Nel cast anche Whoopi Goldberg per un film che potrebbe finire nella corsa agli Oscar, ma – cosa più importante – arriva soprattutto in un momento politico e sociale molto delicato in cui la legge americana sul linciaggio pochi mesi fa è finalmente passata dopo decenni di sforzi da parte delle associazioni umanitarie. La pellicola è uscita in America anche in un contesto che continua ad essere molto complicato, basti vedere i casi di Jalen Randle e Roderick Brooks, due afroamericani colpiti e uccisi alle spalle dalla polizia. E l’augurio di Dylan del 1962 per il povero Emmett in The Death of Emmett Till è rimasto in aria. Anche sessant’anni dopo: «But if all of us folks that thinks alike, if we gave all we could give, we could make this great land of ours a greater place to live…».

  • VIDEO | Qui il primo trailer di Till:

 

 

 

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