ROMA – Un amico ti guarda dentro senza aver bisogno di parole. Ma Emir Kusturica, le parole, le ha volute tirar fuori, e trasformarle in un documentario in onore di Pepe Mujica, dal titolo Pepe Mujica – Una Vita Suprema, dopo il breve passaggio in sala oggi finalmente in streaming. La vita politica dell’ex Presidente dell’Uruguay, d’altronde, sembra più articolata di una qualunque pellicola, soprattutto in seguito al colpo di stato per cui ha scontato dodici anni di carcere. Le sue gesta sono raccontate anche in Una notte di 12 anni di Alvaro Brechner. Il regista serbo, però, ne ha delineato anche i tratti squisitamente umani, come solo chi ti conosce davvero sa fare. Anche se si sono incontrati quasi per caso, sono entrati subito in sintonia e hanno stabilito un rapporto davvero profondo e a Hot Corn racconta com’è nata quest’esperienza, frutto di un’enorme ammirazione per un uomo di potere che ha usato la poltrona al servizio del popolo.

L’INCONTRO «Pepe Mujica? Ci siamo conosciuti consapevolmente, il nostro primo incontro ha avuto luogo nel suo ufficio. L’ho incontrato altre due volte, una in Francia. Appena mi hanno spiegato chi fosse mi sono detto: “Questo è il mio uomo, devo conoscerlo”. Ho letto libri sul suo movimento politico, trovandomi nel mezzo di qualcosa che mi interessava davvero, quando oggi abbiamo delle false sinistre e false destre che sono vulnerabili».

LA POLITICA «Credo che nella seconda parte del Ventesimo Secolo non abbiamo avuto esempi che abbiano abusato di comunismo per diffondere il socialismo. Dopo la caduta dell’URSS la gente vuole assaporare il capitalismo. Allo stesso tempo Mujica si è tagliato il salario mensile del 70% riducendo la soglia di povertà di una nazione intera dal 25% al 9%. E ho voluto iniziare a girare il documentario proprio l’ultimo giorno della sua presidenza per raccontarne le gesta eroiche».

L’OBIETTIVO «L’unico scopo della mia vita è sentirmi libero. È il dettame principale della mia coscienza, e con questo film sento di aver avuto quest’immenso privilegio. Sono stato fortunato perché in vita mi sono comportato come mi sentivo di fare. Faccio quello in cui credo, e stavolta spero di esserci riuscito».

I VALORI «Il messaggio? Per chi crede nell’arte e in una società giusta l’esempio di Mujica è incredibile. Ci ha insegnato che si può governare un paese con rettitudine e umanità. La frase che preferisco è quella in cui spiega che un paese in cui la maggioranza vota un rappresentante non può poi essere governato da un politico che vive come la minoranza, ossia fuori dal contesto di chi lo ha eletto al potere. La società è patriarcale e io vorrei contribuire anche al movimento delle donne, perché quando si sono controllate le nascite è nata una svolta verso il mondo moderno…».

I MIGRANTI «Si parla di crisi da quattro anni ma c’è sempre stata. Non ci chiediamo perché queste anime vengano in Italia, ma dovremmo. E il motivo è semplice: la Libia, ad esempio, è stata distrutta da statunitensi e francesi. Questi drammi vengono prodotti dal sistema. Ci siamo mai chiesti perché non si trasferiscano negli Emirati Arabi? Semplice, queste persone preferiscono vivere in un mondo civile».

CRISI GLOBALE «Oggi? Per capire un momento delicato come il nostro occorre capire le radici del male. Come quando hai una malattia e prendi l’antibiotico. Prima ricevi una diagnosi e poi la cura. Nello scenario odierno invece non se ne vede l’ombra»
- Qui il trailer di Pepe Mujica – Una Vita Suprema:
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