VENEZIA – «Inizialmente questa storia non doveva essere un film, ma un antidoto alla paura della mia malattia, del virus, di stare sola. Per questo il primo racconto l’ho fatto a me stessa: in un momento storico e personale molto difficile, ho cercato un modo di ironizzare ed elaborare quello che succedeva…», Elisa Fuksas lo racconta così il suo iSola, presentato alle Giornate degli Autori a Venzia, dove mette in scena la sua malattia, scoperta alla vigilia della pandemia. Parallelamente, anche la sua più cara amica si ammala. Da una sequenza di eventi impensabili, in un mondo inedito e in quarantena, nasce il film interamente girato con un iPhone. Così, la Fuksas ne fa un’investigazione sul potere del racconto, in grado di sconfiggere la paura. Sia di vivere che di morire.
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Qui la nostra intervista a Elisa Fuksas:
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