ROMA – La straordinaria vita di Enzo Barboni, in arte E.B. Clucher, ricordato a cento anni dalla nascita dal figlio Marco Tullio, nella prestigiosa sala della Protomoteca in Campidoglio, dove sono stati mostrati supporti audiovisivi e fotografici inediti appartenenti all’archivio privato di una delle Famiglie di Cinema più importanti in Italia, che inizia negli Anni 40 con Leonida Barboni (direttore della Fotografia prediletto da Anna Magnani, due volte vincitore del Nastro d’Argento) e che continua ancora oggi, dopo ben quattro generazioni di Settima Arte a livello internazionale, con la giovane ma già pluripremiata Ginevra Barboni, definita dal sito Black Lab Film Co. una della cinquanta registe più promettenti al mondo.

«Siamo orgogliosi di aver ospitato questo evento nel cuore di Roma, in Campidoglio, per celebrare il centenario della nascita di un grande romano, il geniale regista che ha creato un genere speciale con una capacità espressiva il cui fascino apparentemente leggero, ma pur denso di messaggi e significati, ha stregato quattro generazioni e si rinnova anche oggi » – ci tiene a far sapere alla stampa l’Onorevole Fabrizio Santori, promotore dell’evento. «Enzo Barboni, E.B. Clucher per il grande pubblico, è stato e resta un pilastro, una pietra miliare nel cinema italiano, ma per troppo tempo è stato dimenticato pur essendo i suoi numerosi film notissimi e cari a milioni di spettatori e appassionati di cinema. Adesso, grazie a questa iniziativa, lo ricordiamo. ‘Da miracolo a Milano a ‘Lo chiamavano Trinità’ e oltre: lo straordinario percorso di un uomo di cinema’. Ecco una grande manifestazione, un incontro che vuole essere il primo passo di un lungo itinerario che comincia oggi».

Onoratissima, la Famiglia Barboni fa trapelare le prime emozioni in parole tramite l’attuale capostipite Marco Tullio, l’ unico ed amatissimo figlio di Enzo: «Roma celebra Enzo Barboni a cento anni dalla sua nascita e annuncia la decisione di intitolargli una strada. Sono certo che nessun premio o riconoscimento avrebbe gratificato mio padre quanto un simile omaggio da parte della sua città. Non solo perché “Romano de Roma”, nato a due passi dal Parlamento, ma per tutto quello che Roma ha rappresentato nella sua crescita umana e professionale già molto prima di diventare la “Hollywood sul Tevere”. Senza “Roma capitale del cinema italiano”, il percorso che ha condotto un giovane componente del Genio Cinematografisti sul fronte russo a percorrere tutte le possibili tappe dietro la macchina da presa prima di consacrarsi regista di fama internazionale, non avrebbe mai potuto compiersi».
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