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Diego Abatantuono: «Earth? Una visione necessaria anche per il nostro futuro»

Il mondo, la natura, i ricordi: l’attore narra il film evento in sala dal 22 aprile in occasione dell’Earth Day

ROMA – Seguire il percorso del sole sulla Terra dalle prime luci dell’alba al suo calare. Un’idea semplice quanto brillante quella di Earth – Un giorno straordinario, suggestivo docu-film della BBC diretto da Richard Dale, Peter Webber e Fan Lixin e in sala dal 22 al 24 aprile per Koch Media. Un viaggio che dalle praterie del Kenya passa attraverso i ghiacci dell’Artico e le foreste dell’Ecuador per raggiungere le montagne cinesi di Guangxi e Times Square. Il mondo visto attraverso le storie degli animali che lo abitano: dalle iguane marine ai panda, dalle giraffe ai pinguini. Una fotografia emozionante della Terra che abbiamo l’obbligo di rispettare partendo da piccoli gesti quotidiani. Un esempio? La scelta di un caffè sostenibile come ¡TIERRA!, partner del film e progetto Lavazza nato nel 2002 proprio con l’obiettivo di migliorare le condizioni sociali e le tecniche produttive di alcune comunità di produttori di caffè. Ad accompagnare gli spettatori tra i luoghi e le storie incantevoli di Earth c’è Diego Abatantuono, qui in versione doppiatore, che ci ha raccontato in conferenza stampa l’inedita esperienza.

Diego Abatantuono al photocall di Earth. Foto: Guido Zucchini.

IL DOCUMENTARIO «Earth utilizza un meccanismo diverso per far riflettere sull’ecologia. Esci sereno e allegro dalla sala, felice di vivere in un posto fantastico. Sembra quasi uno spot, una pubblicità per scoprire il mondo. Fa riflettere sul fatto che bisogna conservare la Terra in questo stato. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di farlo se non lo sporcassimo. L’impegno di tutti dovrebbe essere quello di salvaguardarlo. Diventa retorico perché si dice tanto e si fa poco, ma Earth è un documento di come dovremmo lasciare la Terra a chi verrà dopo di noi».

LE STORIE «Quante ne conoscevo di queste storie? Non molte e mi ha colpito molto la lotta tra le giraffe. Non riuscirei però a scegliere un singolo istante perché Earth è molti film in uno: mettono in scena la giostra della vita, un mondo fatto di equilibri. Ci sono momenti di tensione, altri in cui ti rilassi o ridi. Solo la natura è in grado di farlo. Anche la tecnica di ripresa mi ha stupito. Facendo questo mestiere pensi al tempo che ci metti tu a girare una scena e quanta pazienza ci vuole ad aspettare che una goccia di pioggia colpisca un’ape…».

Il colibrì coda a racchetta che vive nelle foreste pluviali dell’Ecuador.

LE PROPOSTE «Proposte concrete? Ce ne sono pochissime legate all’ambiente. Le persone le seguirebbero se le vedessero messe in pratica, ma i politici in carica cambiano di continuo e non si realizza mai nulla. Un esempio? Banalmente, c’è una percentuale altissima di vecchie caldaie che andrebbero sostituite nei palazzi. Una spesa, certo, ma temo non ci sia nessuno che ne tragga vantaggio. Le cose che si muovono hanno sempre qualcuno dietro che ci guadagna».

L’ANEDDOTO «Il Paese che ho vissuto di più è stato l’Africa. Molti anni fa feci un film, Il segreto del Sahara, diretto da Alberto Negrin, con un cast internazionale. Era la prima volta che andavo in Marocco, mia figlia era appena nata e avevo un po’ di malinconia. Sull’aereo c’era David Soul di Starsky & Hutch. Era anche un cantante e per tutto il viaggio suonò. Pensavo sempre di più di aver fatto una cretinata ad accettare. Invece, appena arrivato, ho capito che quei colori, odori e sapori mi piacevano e ho vissuto l’esperienza più bella della mia vita fino a quel momento. Ricordo la prima notte in Africa con il cielo che sembra più basso, la meraviglia del deserto…»

Abatantuono, in piedi a sinistra, con i baffi, Michael York e Andie MacDowell ne Il Segreto del Sahara.

IL DOPPIAGGIO «Ho commentato e doppiato trattenendomi. Sarebbe stato facile fare di più perché mi veniva naturale vedendo quelle immagini emozionanti. Ho visto documentari doppiati benissimo da miei colleghi, ma alcune volte rischia di esserci troppa enfasi. Mi sembrava giusto ci fosse un’umanità educata nei confronti di ciò che si vede. E poi fare a gara con la natura è dura…».

Un panda gigante protagonista di una delle storie di Earth – Un giorno straordinario

LA POLITICA «Una volta l’Italia era fatta di manifestazioni, di persone che rischiavano, i ragazzi si muovevano, parlavano. Oggi molti di loro sono poco sensibili al problema. Chi lo subirà di più è anche chi ne è meno interessato. Forse perché nessuno gliene parla, ma temo che l’ambiente sia un argomento che non porta voti. Non ho mai sentito un sindaco caldeggiare l’uso delle macchine elettriche in cambio di facilitazioni per i cittadini. E una persona già frustrata da mille difficoltà quotidiane purtroppo non penserà mai che l’ambiente sia un problema primario…».

  • Qui il trailer di Earth – Un giorno straordinario, in sala il 22, 23 e 24 aprile:

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