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David F. Sandberg: «Shazam! Furia degli Dei, Helen Mirren e le aspettative del pubblico»

Draghi mitologici, scene post-credits e il cinema di Steven Spielberg: il regista si racconta a Hot Corn

David F. Sandberg
David F. Sandberg e Zachary Levi in un momento dietro le quinte

ROMA – «È la prima volta che vengo a Roma e sono sbalordito. Ho avuto modo di girarla con mia moglie e siamo rimasti impressionati dalla quantità di edifici storici e rovine che ci sono». Incontriamo David F. Sandberg in un albergo del centro di Roma. Il regista svedese è qui per presentare Shazam! Furia degli Dei, sequel del film del 2019 e dodicesima pellicola DC Ectended Universe in cui ritroviamo il supereroe di Zachary Levi costretto a tornare in azione per combattere le Figlie di Atlante e impedire loro di usare un’arma che potrebbe distruggere il mondo. Ne abbiamo approfittato per parlare con il regista del suo rapporto con le aspettative dei fan, il cinema che l’ha formato, draghi mitologici, scene post-credits e di quella volta che Helen Mirren si è rotta un dito sul set del film ma non ha detto nulla a nessuno fino a fine riprese!

IL GRUPPO «Il film parla dell’importanza dell’unione del gruppo. E credo che sia come fare i film. Non potrei mai fare un film del genere da solo. Penso, ad esempio, al lavoro della costume designer, Louise Mingenbach. La cosa migliore è quando lavori com persone più brave di te, dal direttore della fotografia agli attori che improvvisano o danno dei suggerimenti. E questo concetto presente nel film si può applicare anche alla nostra società».

David F. Sandberg
I supereroi protagonisti di Shazam! La furia degli Dei

LE SCENE POST CREDIT «È un po’ strano. Le persone oggi preferiscono pensare a quello che verrà dopo, a quello che vedranno alla fine del film, invece che godersi quello che stanno guardando. Mi domando: “Ma perché non ti vuoi godere il film?”. Penso a quello che è successo con Black Adam. Tutti parlavano della possibile presenza di Henry Cavill. In Shazam – La furia degli dei ne abbiamo messe due, ma sono solo delle sequenze simpatiche che non hanno un peso decisivo per il futuro».

IL TEMPO «Fare un film è sempre diverso da come vorresti. Il tempo è sempre un problema. Ad esempio, nel film quando Shazam incontra per la prima volta il personaggio di Helen Mirren è una sequenza che avremmo dovuto girare in un giorno interno ad Atlanta. Peccato che piovesse in continuazione. Ci siamo ritrovati a girare tutto in un pomeriggio con tre camere contemporaneamente. È frustante quando senti di non avere il tempo necessario per fare le cose fatte bene».

David F. Sandberg
Una scena del film di David F. Sandberg

I SOCIAL «Hanno resto tutti depressi, confrontiamo continuamente le nostre vite con quelle degli altri. È un problema serio quello della salute mentale. Penso a Freddy che crede di non avere alcun valore come essere umano e che, nel corso del film, invece deve trovare il modo di capirlo e accettarlo. In generale penso che i social siano tossici, specie nella conversazione su questo tipo di film. Un tempo c’era la rivalità Marvel vs DC e, quando ero adolescente, ricordo che c’erano i fumetti in cui Spiderman e Superman cooperavano insieme. Adesso invece anche all’interno dello stesso ramo ci sono differenze e scontri».

EASTER EGGS «Questa è la prima volta che mostro il mio volto in un film. È stata la mia crew a convincermi. Io continuavo a ripetere: “Ma abbiamo uno stunt, non voglio che perda il lavoro!”. Fortunatamente aveva molte altre scene da girare (ride, n.d.r.)! In questo secondo capitolo, così come nel primo, ho anche posizionato la bambola di Annabelle in una sequenza iniziale! All’inizio non sapevo dove metterla. Ma la cosa divertente del fare film è che puoi mettere dei piccoli riferimenti qua e là come un personaggio che indossa una maglietta dei Goonies o un altro che ne indossa una con la stampa di un videogioco realizzato da mio fratello…».

Asher Angel con la maglietta dei Goonies

GLI ATTORI «Credo di cavarmela meglio con gli attori più giovani (ride, n.d.r.)! Tra un ciak e l’altro ci parlo e mi prendo del tempo per spiegargli o complimentarmi, in generale ho più pazienza. Ma poi mi rendo conto che anche gli attori adulti hanno bisogno delle rassicurazioni, sono vulnerabili e dovrei trattare gli adulti come tratto i bambini (ride, n.d.r.)!».

HELEN, LUCY & RACHEL «La cosa divertente ed interessante è che interpretano delle dee e quindi possono avere età e aspetti differenti anche se sono sorelle. Sono state tutte incredibilmente professionali. Questo per Rachel è stato il secondo set dopo West Side Story di Steven Spielberg ed era super emozionata e interessata ad ogni aspetto. Helen adorava i costumi e adorava Jack Dylan Grazer perché è davvero molto simpatico. Ma questo poteva anche essere un problema sul set perché la faceva ridere ed eravamo costretti a ripetere le scene! Inoltre aveva molta voglia di fare i suoi stunts, si è rotta il dito ma non l’ha detto a nessuno! C’è una scena in cui Zachary la solleva e ho messo una camera in alto per far vedere al pubblico che l’ha fatto veramente».

Zachary Levi e Helen Mirren in una scena del film

I TEST SCREENING «Cerco di anticipare quello che al pubblico potrebbe piacere in termini di inquadrature. Non capisco quei registi che dicono: “Faccio film per me”. Non credo sia vero perché i film vengono fatti perché vengano visti dal pubblico e quindi in un certo modo sento il peso delle aspettative. Trovo utili i test screening dove posso ascoltare le risate o le urla. Hai una consapevolezza di quello che prova il pubblico. Certe volte questi test però possono essere un po’ strani perché gli spettatori, che non sono registi, hanno delle idee un po’ bizzarre che non sempre posso essere realizzate. Ma ti servono per capire che c’è un problema e che sai che dovrai trovare una soluzione».

IL DRAGO «È basato su un drago mitologico a cento teste di cui ci sono disegni e descrizioni. All’inizio cercavo di capire se c’era un modo per crearlo ma ho capito che sarebbe stato troppo difficile. Mi domandavo: “Come possiamo renderlo diverso da quello che c’è in giro?”. Abbiamo pensato che proteggendo l’albero della vita poteva essere fatto di legno e che quindi non poteva sputare un fuoco “normale”. Il suo è magico, blu. E poi ha il potere di proiettare sugli altri la paura, quella così forte che ti paralizza…».

David F. Sandberg
Il drago ideato da David F. Sandberg e il team di Shazam!

IL CINEMA «Sono cresciuto guardando i film di Steven Spielberg, da Indiana Jones e i predatori dell’Arca perduta a Lo Squalo. E poi James Cameron, John Carpenter e Sam Raimi. E proprio lui con Spier-Man ha inserito l’horror all’interno dei cinecomic mostrando che i generi potevano essere contaminati. In generale, anche se europeo, sono cresciuto con molto cinema americano. Era il mio sogno lavorare ad Hollywood e, anche se non so come, ci sono riuscito!».

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Qui sotto potete vedere il trailer di Shazam! Furia degli dei: 

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