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Crimes of the Future. Perché aspettiamo il ritorno al cinema di David Cronenberg

Viggo Mortensen, Léa Seydoux e Kristen Stewart per un film attesissimo a Cannes

Crimes of the Future. Perché aspettiamo il ritorno al cinema di David Cronenberg
Crimes of the Future. Perché aspettiamo il ritorno al cinema di David Cronenberg

PALERMO – Quando la specie umana si adatta a un ambiente sintetico, il corpo subisce nuove trasformazioni e mutazioni. Con la sua compagna Caprice (Léa Seydoux), Saul Tenser (Viggo Mortensen), famoso artista e performer, mostra pubblicamente la metamorfosi dei suoi organi in spettacoli d’avanguardia. Timlin (Kristen Stewart), un’investigatrice della National Organ Registry, indaga su di loro finché un misterioso gruppo non arriva a svelarsi. La loro missione? Impiegare la notorietà di Tenser per far luce sulla prossima fase dell’evoluzione umana. Prodotto da Robert Lantos e scritto e diretto da David Cronenberg, Crimes of the Future è il ritorno al cinema del maestro canadese del body-horror a otto anni di distanza da Maps to the Stars.

Léa Seydoux e Viggo Mortensen in una scena di Crimes of the Future
Léa Seydoux e Viggo Mortensen in una scena di Crimes of the Future

Presentato in concorso a Cannes 75, per certi versi è possibile parlare di Crimes of the Future come un ritorno alle origini del cinema di Cronenberg, quantomeno nella morfologia testuale. Nel suo vasto opus filmico c’è già stata infatti un’opera con questo titolo. Era il 1970, la sua seconda regia dopo Stereo (Tile 3B of a CAEE Educational Mosaic). Un bizzarro near-future ambientato in una distopia priva del genere femminile, con al centro della scena quel Ronald Mlodzik suo primo feticcio attoriale. Un’opera popolata di distorsioni sonore fuori sync, liquidi melmosi, organi auto-riproducenti, atti contro-natura e delle prime contaminazioni body-horror che renderanno grande il suo cinema.

Kristen Stewart in una scena di Crimes of the Future
Kristen Stewart in una scena di Crimes of the Future

Ecco, con l’opera originale, l’omonimo del 2022 ha poco. Non è da intendersi infatti come un diretto remake: solo una coincidenza per gli amanti delle statistiche cinefile. La prima volta che si sente parlare dell’attuale Crimes of the Future è il 2003. Solo che al tempo si chiamava Painkillers, avrebbe raccontato del dolore come nuovo piacere proibito e della chirurgia in pubblico come il nuovo sesso, e uno fra Ralph Fiennes e Nicolas Cage avrebbe prestato volto e corpo a Saul Tenser. Non se ne fece nulla per circostanze tutt’ora poco chiare, liquidate al tempo da Cronenberg con un laconico «Non ho più interesse a realizzarlo».

Il ritorno del body-horror nel cinema di David Cronenberg

Del resto, da Il pasto nudo in poi – e con la sola eccezione di eXistenZ – il cinema di Cronenberg ha visto mutare la concezione dell’orrorifico dal grottesco sanguinoso e purulento del body-horror degli anni Settanta-Novanta, a un cinema più asciutto, dove il vero orrore non sta più nelle malformazioni fantascientifiche ma nella natura degli uomini: marci e corrotti. Crimes of the Future, che dalle immagini del trailer sembra rievocare le atmosfere di Crash, sembra promettere gore, tanto body-horror, e scandalo, o per dirla con le parole dello stesso Cronenberg: «Mi aspetto che la gente esca toccata dalla sala a Cannes e questa è una cosa speciale. Ci sono scene molto forti già nei primi cinque minuti. […] Un tizio che l’ha visto ha detto di aver avuto quasi un attacco di panico…».

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Qui il trailer di Crimes of the Future:

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