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Cosa Sarà | Kim Rossi Stuart, la malattia e quell’inno alla vita di Francesco Bruni

Il regista e un film (in parte) autobiografico tra passato, presente e futuro. Ecco perché vederlo

Cosa sarà
Kim Rossi Stuart è Bruno Salvati in Cosa sarà.

ROMA – Un nome e un cognome. Bruno Salvati. Ma, a seconda degli accenti, anche un’esortazione che suona più o meno così: «Bruno, salvati!». E il Bruno in questione ha il volto di Kim Rossi Stuart ma la storia è quella, con le dovute licenze narrative, di Francesco Bruni che in Cosa Sarà mette la sua di vita e i conti da fare con la diagnosi di una malattia che scombina equilibri, umori, piani. La vita intera, insomma. «È proprio necessario?», domanda il protagonista alla dottoressa di Ematologia che gli prospetta un futuro fatto di prelievi, trasfusioni, ricoveri e chemio. Perché quando arriva, la malattia spazza via tutto. E si prende tutto. Sta a noi cercare, come un sonnambulo in equilibrio su un cornicione, di provare a mantenere una stabilità. Un passo dopo l’altro, senza smettere di guardare avanti.

Kim Rossi Stuart è Bruno Salvati. Sullo sfondo Raffaella Lebboroni
Kim Rossi Stuart è Bruno Salvati. Sullo sfondo Raffaella Lebboroni

Se in Tutto quello che vuoi Bruni omaggiava il padre attraverso la figura del poeta smemorato interpretato da Giuliano Montaldo, in Cosa Sarà sceglie un’altra storia che definire autobiografica è riduttivo. Una sciarpa rossa legata attorno al collo di un Kim Rossi Stuart ironico, rabbioso, spaventato, che un minuto prima s’incazza con il produttore che non si decide a far partire le riprese del suo film e quello dopo deve trovare il coraggio per chiedere ai suoi figli di donargli il midollo. E poi le luci al neon degli ospedali che rendono tutto più freddo e squallido, il fuoco amico della chemio che prima di salvarti cerca di ucciderti e la paura di finire tra quelli che non ce la faranno. Perché? Solo perché qualcuno dovrà pur finirci in quella percentuale statistica.

Cosa Sarà
Kim Rossi Stuart e Fotinì Peluso

Roma e Livorno, il presente e il passato. E una speranza che si chiama futuro. Quello che Bruno vede fuori fuoco ma al quale non vuole rinunciare. Francesco Bruni gioca con il montaggio, frammenta la storia e nel raccontare la sua esperienza guarda agli altri, a chi circonda lui e il suo protagonista ampliando il suo orizzonte, il suo sguardo che da sé si sposta verso l’altro. «Io col cazzo che muoio», dice Bruno mentre si domanda cosa sarà di lui e ovviamente intorno la malattia cambia anche gli equilibri della sua famiglia – come di tutte le famiglie – interpretata da un cast perfetto: Lorenza Indovina, Fotinì Peluso, Tancredi Galli e Barbara Ronchi.

Cosa Sarà
Kim, Fotinì e Lorenza Indovina

Perché quella che racconta il regista è una storia personale, certo, ma che farà da specchio a molti spettatori che si rivedranno in Bruno o nella rabbia celata di una figlia costretta a nascondere le sue emozioni per un’amore più grande. E poi i ricordi d’infanzia, l’abbraccio di un madre che manca anche quando si diventa genitori e i conflitti che sfumano per lasciare spazio alla tenerezza. Con Cosa sarà Francesco Bruni parla di cinema, famiglia, relazioni ma soprattutto di vita, quella bellissima e incasinata che a volte malediciamo, ma alla quale restiamo aggrappati anche quando ci porta altrove. «Oh, it’s such a perfect day…».

  • Cosa Sarà: le interviste a Francesco Bruni, Kim Rossi Stuart e al cast
  • VIDEO | Le interviste a Francesco Bruni e al cast:

 

 

 

 

 

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