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Corro da te | Pierfrancesco Favino, Miriam Leone e una commedia romantica che funziona

Riccardo Milani realizza il remake (riuscito) di Tutti in piedi con un mix di scorrettezza e romanticismo

corro da te
Pierfrancesco Favino e Miriam Leone sono i protagonisti di Corro da te

ROMA – Il cinema italiano guarda con una certa frequenza al cinema francese per trovare storie da adattare in remake dai risultati altalenanti. Non è il caso di Corro da te, film diretto da Riccardo Milani che ne firma anche la sceneggiatura insieme a Furio Andreotti e Giulia Calenda partendo dall’originale di Franck Dubosc, Tutti in piedi, che fu un vero e proprio successo in Francia grazie al suo mix di ironia scorrettissima e romanticismo. Al centro del racconto Gianni (Pierfrancesco Favino), un quasi cinquantenne affascinate con il pallino della corsa e delle belle donne che cambia come fossero sneakers. Non a caso è a capo di un celebre brand di scarpe grazie al quale rimarca la sua filosofia di vita fatta di prestanza fisica e perfezione.

Corro da te
Pierfrancesco Favino è Gianni in Corro da te. Foto di Claudio Iannone.

Cinico, allergico a ogni legame sentimentale e profondamente concentrato su se stesso, arriva a fingersi costretto su una sedia a rotelle pur di conquistare l’ennesima donna. Peccato che quando incontra Chiara (Miriam Leone), musicista solare e dinamica realmente paraplegica, inizia a provare un sentimento inedito e si ritrova intrappolato in una bugia che finirà per aprigli occhi e cuore. Riccardo Milani, ancora una volta, sceglie i toni della commedia per parlare di un problema insito nella nostra società: l’ossessione per la bellezza e la perfezione fisica ancorata a certi standard che non comprende la disabilità.

Una scena del film di Riccardo Milani. Foto di Claudio Iannone.

Un personaggio quello interpretato da Favino – con dei tempi comici perfetti – in cui poter ritrovare anche solo una briciola di ognuno di noi. Gianni è lo specchio attraverso cui vedere la nostra indifferenza e il nostro menefreghismo. Ma è anche sinonimo di quel politicamente scorretto che ha lasciato il posto ad una correttezza verbale che rischia di appiattire la comicità. Il protagonista maschile di Corro da te incarna i nostri peggiori difetti, ma sono quelli a renderlo umano. È per questo che avvertiamo il suo percorso di crescita, fatto di errori e scivoloni, come reale perché quello ad avere un handicap (emotivo) è lui.

corro da te
Miriam Leone è Chiara in Corro da Te. Foto di Claudio Iannone.

La sceneggiatura del film – che vanta la presenza di personaggi secondari ben tratteggiati interpretati, tra gli altri, da Pietro Sermonti, Vanessa Scalera e Piera Degli Esposti – ha poi la capacità di giocare con i registri portando la storia in direzioni opposte nel giro di un paio di sequenze passando repentinamente da momenti romantici a parentesi scorrette. Corro da te è un film che parla di disabilità senza scadere nel pietismo. Il merito è anche della scrittura che abbraccia il personaggio di Chiara, una donna risolta, realista che ha imparato a convivere e ad accettare la sua condizione senza vivere nell’ombra e a «scambiare un momento di felicità in cambio di una bugia». Un film che ci ricorda che amare non significa cambiare l’altro ma aiutarlo a tirare fuori la sua parte migliore.

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La video intervista per Corro da te è a cura di Manuela Santacatterina:

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