NEW YORK – Può la curiosità di vedere un film, si può sfidare il gelo di una notte newyorkese per andarlo a vedere al cinema? Sì, se il film in questione è City of Crime (21 Bridges) prodotto dai fratelli Anthony e Joe Russo, registi di Avengers: Endgame. Infatti, qualche giorno fa, siamo usciti nel freddo di Manahattan per dirigerci nella sala vicina al Lincoln Center e provar a goderci lo spettacolo di mezzanotte. Ne è valsa la pena? Ci arriviamo per gradi. Diretto dal veterano della televisione Brian Kirk, City of Crime racconta la storia del detective Andre Davis (Chadwick Boseman) che nelle prime ore del mattino chiude l’intera isola di Manhattan (compresi i 21 ponti, per l’appunto) alla ricerca di una coppia di ladri, accusati di aver assassinato dei poliziotti.

I malviventi non potrebbero essere più diversi fra loro: il primo, interpretato da Taylor Kitsch, non ha certo paura di sporcarsi le mani di sangue; l’altro (Stephan James) è troppo intelligente per essere finito a fare ciò che fa. La pellicola, però, li usa come pedine per il più classico dei guardie e ladri, esaltando di conseguenza l’eroe al centro del racconto. Infatti, Chadwick Boseman ha una presenza magnetica, nonostante ci sia la sensazione che il suo personaggio fosse più complesso di quanto si sia visto alla fine in City of Crime. Nel suo animo convivono violenza e pace e in certi momenti del film la sua parte oscura sembra emergere. Così com’è visibile la lotta interiore per allontanarla, e trovare finalmente una strada diversa.

Accanto al detective Andre Davis aggiungiamo una serie di inseguimenti fino all’alba, il senso di isolamento dell’agente Davis – incapace di fidarsi del tutto dei suoi colleghi – e infine il granitico personaggio di J.K. Simmons, un durissimo capitano del New York Police Department che esorta tutti ad una vendetta sanguinosa: meglio uccidere i sospetti, insomma, che arrestarli. Solo loro? No, perché Andre finisce anche per collaborare con il detective della narcotici Frankie Burns, interpretata da Sienna Miller, bravissima a padroneggiare l’accento newyorchese.

Non è così azzardato dire che la protagonista di City of Crime sia proprio New York che il regista e il direttore della fotografia Paul Cameron dipingono in notturna con ombre umide e inchiostrate. I primi fotogrammi di un nebbioso skyline al tramonto sono inquietanti, e introducono sinuosamente il pubblico agli hipster di Brooklyn e ai vicoli di Chinatown, ai mattatoi e agli eleganti hotel del Meatpacking District. Gli scatti di una città addormentata ed esaltata in una fotografia ad alto contrasto che fa brillare i lampioni come stelle, contro i grattacieli neri come la pece. Mentre ci accompagna la bella partitura musicale di Alex Belcher e Henry Jackman, ispirata ai polizieschi con Humphrey Bogart. Allora, in un’epoca in cui il cinema è dominato dai supereroi, nonostante alcune incertezze, può valere la pena sfidare i -3° della Midtown, per andare a vedere thriller indipendenti come City of Crime.
Qui potete vedere il trailer di City of Crime
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