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Sam Claflin: «I ruoli difficili? Sono le sfide che preferisco. Nonostante il mal di mare…»

L’attore racconta a Hot Corn l’esperienza sul set del film di Resta con me, ora disponibile su CHILI

Sam Claflin alla première mondiale del film a Los Angeles. Foto di Shutterstock.

GIFFONI – Quando lo abbiamo incontrato al Giffoni Film Festival, Sam Claflin, era abbronzatissimo e in grande forma. Il merito era, in parte, di Resta con Me – ora disponibile su CHILI. Diretta da Baltasar Kormàkur, la pellicola racconta la storia vera del naufragio di due fidanzati, tratta dalla biografia che la stessa protagonista Tami Oldhman (qui interpretata da Shailene Woodley) ha scritto e pubblicato (in Italia con Harper Collins). Questa è solo una delle sfide emotive – ma soprattutto fisiche – a cui l’attore si sottopone continuamente, dalla lotta nell’Arena degli Hunger Games all’immobilità del dramma Io Prima di Te, fino a The Nightingale, thriller in costume che gli ha richiesto un aumento di oltre dieci chili di peso. Ecco quello che ha raccontato ad Hot Corn.

Sam Claflin al Giffoni. Photo Credits: Giffoni Experience.

LA CARRIERA «La saga di Hunger Games? So bene che il pubblico ha accolto con profondo scetticismo l’annuncio del mio casting come Finnick. Ovviamente mi è dispiaciuto. I fan non pensavano sarei stato all’altezza, allora mi sono rimboccate le maniche per dimostrar loro che ce l’avrei fatta. Di solito le sfide mi motivano a dare il meglio e, con quest’idea in testa, scelgo tutti i miei ruoli. Nel momento in cui non dovessi più sentire l’adrenalina della performance mi ritirerei dalle scene subito».

sam claflin hunger games
Sam Claflin e Jennifer Lawrence in Hunger Games.

RESTA CON ME «Il ruolo di Richard? È molto vicino a me. Non sono un uomo di mare, eppure mi sono sentito toccato dalla storia. Quando ho conosciuto di persona la vera Tami sono rimasto abbagliato dalla forza e dalla resistenza di questa donna, che ha fronteggiato un’impresa più grande di sé. Però, il primo giorno di set alle Isole Fiji, il regista mi ha guardato e mi ha detto che, appesantito com’ero per la parte in The Nightngale, non sarei stato credibile come skipper. Ho passato tutto il tempo delle riprese tra dieta e palestra».

Shailene Woodley e Sam Claflin in Resta con Me. Courtesy of STXfilms.

SHAILENE «Senza Shailene (Woodley ndr.) non sarei mai riuscito ad affrontare quest’avventura. Nei momenti di sconforto mi tirava su e io facevo lo stesso con lei. È stata la compagna perfetta. E non parlo solo del suo talento ma delle straordinarie doti umane. Ogni volta che mi chiedono qualche dettaglio sul set, rispondo che: ”Passavamo tutto il tempo tra un ciak e l’altro a parlare di cheesecake, perché a nessuno dei due era concesso mangiarne e non pensavamo ad altro”. E, ovviamente, ha condiviso con me il costante mal di mare…».

Tami Oldham Ashcraft, Baltasar Kormakur, Shailene Woodley e Sam Claflin alla première del film a Los Angeles.

IO & IL CINEMA – «I miei titoli del cuore cambiano con il tempo. Un film non resta mai lo stesso e la visione è influenzata dall’età che hai quando lo vedi la prima volta. Ma, tre film, li porto sempre con me: Stand by Me, mi ha influenzato moltissimo da piccolo. Poi, però, l’ho rivisto da adulto e l’ho assimilato in maniera nuova, diversa. In effetti, ogni cinque anni, penso che tutti dovrebbero riguardare i film che si amano, riscoprendoli. L’altro è I Goonies, ancora una volta un racconto di amicizia e outsider. Mi ha insegnato la bellezza della diversità. L’ultimo è Titanic, perché è un classico d’amore imprescindibile».

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Sam Claflin risponde ai fan durante il Q&A. Photo Credits: Giffoni Experience.

RUOLI FORTI «Ho deciso di puntare su progetti che non siano semplice intrattenimento ma che lascino qualcosa di concreto, soprattutto alle nuove generazioni. Hunger Games, per esempio, tratta il pubblico degli young adults con rispetto. In un mondo in cui siamo sovraesposti ad ogni tipo di stimolo ed informazione, il cinema ricopre anche un ruolo educativo. Sono particolarmente contento di essere ritornato al Giffoni, qui si capisce che i bambini non vogliono essere trattati come piccoli o inferiori, ma come gli adulti di domani».

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