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L’Opinione | Il cinema italiano è in crisi? Sì. Ma cosa succederà dopo il Coronavirus?

Le sale sono chiuse e la domanda è una sola: cosa succederà alla riapertura? Nulla è scontato…

Cinema italiano in crisi?
Cinema italiano in crisi?

ROMA – Il cinema italiano è in crisi. Gli esercenti sono stati costretti a tirare giù la serranda, le distribuzioni hanno sospeso le uscite – l’unico film che ha data certa oggi è Onward, dal 15 aprile, salvo diverse disposizioni – le anteprime sono state cancellate e i set su tutto il territorio nazionale sono per ora fermi. L’ultima settimana, prima della chiusura omogenea in tutta Italia, secondo Cinetel, ha registrato il più basso dato della storia: appena poco superiore a 400 mila euro generali. Un nulla. Le misure restrittive, come ben sapete, sono state prese per bloccare l’avanzata del virus: niente gruppi di persone, niente contagio. E niente cultura.

Cinema italiano
Anche Hot Corn sostiene la campagna #IoRestoACasa

Così ora si sta cercando una soluzione per capire come garantire lo stipendio alle migliaia di figure professionali coinvolte: ferie obbligate e ore di permesso da una parte – che però graverebbero sulle casse degli esercenti già in bilico – oppure un più concreto aiuto statale con una temporanea cassa integrazione. Di tangibile, però, ancora nulla, e ogni società naviga a vista, adottando ognuna la politica aziendale che più ritiene giusta. Intanto, da Hollywood, dicono che “è impossibile fare pronostici”: si valutano perdite miliardarie, sia dal punto di vista degli incassi, che dal punto di vista del marketing, con il mercato cinese (il secondo al mondo) già in stallo e, presumibilmente, con quello europeo che sarà più o meno frenato. Infatti, dopo lo slittamento a novembre di No Time to Die, l’uscita di Mulan il 27 marzo è avvolta dall’incertezza.

No Time To Die
No Time To Die, rimandato a novembre

Ma il problema, al netto del Covid19, potrebbe essere più serio e lungo di quanto già non sia. Allora, raccogliendo diversi pareri – dagli addetti ai lavori ai produttori, attori e registi – escono due verità: alla riapertura dei cinema potrebbero esserci due reazioni: la prima, quella più nefasta, è che il pubblico faticherà e non poco a tornare in gruppo in sala, aggiungendoci anche che fin ora (tranne la Walt Disney proprio con Onward) nessuna distribuzione ha azzardato date: se i cinema dovessero (speriamo) riaprire il 4 aprile, cosa ci sarà in programmazione? Una domanda che non ha risposta. Insomma, le conseguenze, guardando ben oltre la fine dell’emergenza, potrebbero essere catastrofiche.

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Onward, distribuito da Disney, è l’unico film con una data di uscita: 15 aprile

In fondo, il cinema italiano, non se la passava affatto bene e non per colpa del Coronavirus: lo streaming cresce mese dopo mese, si rafforza con nuove piattaforme e con prodotti sempre più interessanti, concepiti esclusivamente per l’home entertainment. E di certo, la situazione odierna le “aiuta” e non poco: offerte, sconti, addirittura nuove piattaforme, che mettono a disposizione i loro cataloghi. Un esempio? C’è stato un boom di iscritti allo streaming gratuito della Cineteca di Milano, che ha messo a disposizione un interessante catalogo.

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Quando si torna al cinema?

Del resto, la crisi del cinema italiano parte da lontano, e il virus è stata la variabile inaspettata e dinamitarda: le sale, soprattutto le grandi catene, negli ultimi anni, sono state più attente ad una bibita gassata invece che alla qualità di visione; hanno perso appeal su una fetta di pubblico che predilige un’altro tipo di experience. E non è un caso che le sale nuove e quelle di recente ristrutturazione stiano optando per un’esperienza diversa da offrire allo spettatore: poltrone più larghe o veri e propri divanetti, sale meno costipate e più spaziose, programmazione diversificata e mirata. Dall’altra parte, si spera che la riapertura dia alle sale una nuova marcia, che ci sia una riscoperta totale del cinema, finora dato troppo per scontato. Perché, come qualcuno dice, ci accorgiamo di quanto abbiamo bisogno di una cosa solo nel momento in cui la perdiamo.

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