ROMA – Il tempo non esiste per certi volti di Hollywood. O meglio: passa, ma lo fa in modo diverso. Trent’anni dopo Intervista col vampiro, Brad Pitt e Tom Cruise si sono ritrovati fianco a fianco. Non sul set di un sequel, ma nel paddock rovente della Formula 1 a Silverstone. Un abbraccio veloce, qualche parola tra i rombi dei motori e i flash impazziti, una risata che sembra uscita da un vecchio ciak. Un momento qualunque – eppure straordinario – che ha riacceso la miccia della nostalgia e fatto il giro del mondo, social compresi. Perché vederli lì, insieme, ha risvegliato qualcosa che pensavamo dimenticato.

Nel 1994 erano Louis e Lestat: due vampiri, due anime inquiete, due corpi eterni sospesi in un mondo gotico e sensuale. Il film di Neil Jordan – tratto dal cult letterario di Anne Rice – li aveva messi uno accanto all’altro sullo schermo, ma non nella vita. Brad ne parlò come un’esperienza frustrante, Tom non smentì, e il resto è diventato leggenda: approcci diversi, silenzi sul set, pochissima chimica. Eppure oggi, guardandoli così, sembrano due vecchi compagni di viaggio che si ritrovano senza fretta, senza filtri, con la leggerezza di chi sa che il tempo sistema (quasi) tutto. E forse è proprio questo il punto: cambia il cinema, cambiano le regole, cambiano i gusti, ma alcune presenze restano. A Silverstone i due mondi si sono toccati: uno con la tuta da pilota, l’altro come super ospite. Due leggende che non hanno bisogno di tappeti rossi per farsi notare.
E allora, cosa racconta davvero quell’abbraccio?
Che Hollywood – quella con la H maiuscola – ha ancora bisogno delle sue icone. Che il divismo, quando è autentico, non ha scadenza. E che certe storie – le più affascinanti, le più vere – si scrivono lontano dai copioni. Due uomini che per anni hanno inseguito l’eternità: uno mordendo il collo dell’immortalità sullo schermo, l’altro inseguendo l’adrenalina a ogni nuova missione. E che oggi, semplicemente sorridendo, hanno regalato al pubblico il sequel più sorprendente: quello che non era previsto, ma che ci voleva.
Un attimo. Una stretta. E di colpo, eccola di nuovo: la magia del cinema.
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