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Berlino, Estate ’42 | La Germania nazista, quell’amore e la modernità di Hilde Coppi

L’impegno politico, l’Orchestra Rossa e quella storia vera: perché è un film da non perdere

Berlino, Estate '42
Liv Lisa Fries e Johannes Hegemann in una scena di Berlino, Estate '42

ROMA – Due gli elementi certi del cinema di Andreas Dresen, regista tedesco classe 1963: prolifico e discontinuo. Ci ricordiamo di Catastrofi d’amore, Settimo cielo e Una mamma contro G. W. Bush? A distanza di tre anni da quest’ultimo, Dresen è tornato dietro la macchina da presa per quello che è probabilmente il suo film più potente, disperato e – come accaduto in precedenza – in equilibrio precario tra cinema documentaristico e cinema di finzione. Scritto da Laila Stieler, sodale collaboratrice degli script di Dresen, Berlino, Estate ’42 è in arrivo nelle sale con Teodora Film ed è una storia vera, adattamento delle memorie familiari, ma ancor più in generale, sociali e politiche della tragica vicenda Hilde Coppi (interpretata efficacemente da Liv Lisa Fries), facente parte dell’indimenticata Orchestra rossa, un gruppo di giovani tedeschi tra i venti e i trent’anni, impegnati in una battaglia instancabile di resistenza antinazista.

Berlino, Estate '42
La coppia: Hilde e Hans: Liv Lisa Fries e Johannes Hegemann in un momento di Berlino, Estate ’42

E così Berlino, Estate ’42 prende gli spettatori per mano, accompagnandoli dolcemente, attraverso un segmento di vita, amore e morte, dagli esiti tragici, eppure inevitabilmente armonioso, spietato e commovente. Un segmento che dapprima osserva l’idillio e poco più tardi l’inferno. Spostandosi rapidamente dalle luci abbaglianti dell’incontro emotivo, alle oscurità della perdizione e della condanna brutale e tiranna. Come raramente accade nel cinema sul secondo conflitto mondiale, qui c’è spazio per l’amore. Hilde non è sola nel suo impegno di resistenza antinazista, circondata infatti da volti e corpi più o meno giovani, instaura ben presto un rapporto dapprima professionale e poi sempre più intimo e sentimentale con Hans (Johannes Hegermann), colui che inizialmente è restio, forse perfino respingente, rispetto alle avances di Hilde e che finirà poi per darle un figlio, condividendo la medesima sorte della compagna.

Berlino, Estate '42
La propaganda nazista e Hilde: Liv Lisa Fries in un momento di Berlino, Estate ’42

Dunque l’incarcerazione e così la ghigliottina. Però ancor prima della morte e dell’infernale dolore della cella, le cui complicazioni si riflettono sui corpi (le malattie della pelle e non solo), le menti e inevitabilmente le anime dei due innamorati, c’è l’idillio. Dresen questa volta, allontanandosi dal solito approccio autoriale estremamente rigido e ormai riconoscibile, dà vita al suo Berlino, Estate ’42 come fosse un vero e proprio collage di memorie e frammenti, a volte volutamente confusi, altre volte perfettamente orchestrati e fissati, con grande e doveroso rigore, tanto nella memoria collettiva di una nazione, o dovremmo dire mondo, che non ha dimenticato, quanto in quella dello spettatore, seppur nel dolore, seppur nella morte. Svanisce dunque il rispetto canonico della narrazione cronologica, qui frammentata e intervallata incessantemente da sprazzi di luce e d’amore quando i due giovani si incontrano in un’estate sulle rive di un fiume.

Berlino, Estate '42
La felicità prima della fine: Berlino, Estate ’42

Di lì in avanti, letture condivise e discusse, conversazioni apparentemente infinite per quanto armoniose e corrispondenti, sesso repentino o al contrario estremamente dilatato e ancora allontanamenti e comprensione reciproca -, così come tragici crolli e momenti di devastante malinconia e dramma. Basti pensare che Hilde partorirà il suo unico figlio nella cella angusta e sporca di un carcere nazista, supportata mal volentieri dall’unico medico presente sul posto. Cinema sulla resistenza, che proprio a partire da quel moto così vitale, radicale e doveroso, riflette sugli istinti di sopravvivenza dell’uomo, talvolta fragili, eppure presenti, nonostante le violenze e gli orrori della dittatura nazista, di fronte alla quale molte rinunce hanno preso a sommarsi. Un po’ per paura, un po’ per insicurezza. Hilde però, in compagnia dei coraggiosi e impavidi protagonisti dell’Orchestra rossa, non ha mai mollato, raggiungendo a testa alta l’edificio della sua condanna, il luogo della sua fine.

Berlino, Estate '42
Hilde, la gravidanza e quella cella: una scena di Berlino, Estate ’42

Ha dovuto dire addio, tanto ad un amore giovane, divenuto ormai indimenticabile, quanto a quel figlioletto (Hans Coppi Jr., che sarebbe poi diventato uno storico e che oggi ha 83 anni) che mai avrebbe avuto il privilegio e la felicità di crescere. Berlino, Estate ’42 è un film d’impegno politico e sociale che – attraverso la parabola d’amore – ci racconta con linguaggio spietato e lucidissimo, ciò che realmente ha significato per questi giovani, restare e resistere, accettare la perdita e così la sconfitta, tenendo pur sempre a mente, il fatto d’aver contribuito, anche se in minima parte, alla progressiva sconfitta e poi definitivo sgretolamento del regime nazista. Con una grande interpretazione di Liv Lisa Fries, il film rimane senza dubbio il lungometraggio più maturo e compiuto di Andreas Dresen. Da non perdere.

  • VIDEO | Qui il trailer di Berlino, Estate ’42
  • VIDEO | Qui una clip in anteprima del film:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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