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Attraverso i miei occhi | Milo Ventimiglia, un Golden Retriever e il libro di Garth Stein

Simon Curtis, il romanzo del 2008 e un adattamento tra leggenda, pista e realtà. Su Disney+

Attraverso i miei occhi
Una scena di Attraverso i miei occhi

ROMA – Chi ha un cane lo sa. Possono essere indisciplinati, rubarci calzini e telecomandi, mangiare di nascosto cibi che non erano destinati a loro, distruggerci il divano e le nostre scarpe preferite. Eppure chi ha un cane lo sa che non conoscerà mai un amore più puro e incondizionato di quello. Sarà che non è affatto facile restare arrabbiati quando ti guardano con quei musi buffi e teneri. Ne sa qualcosa Danny (Milo Ventimiglia), pilota di auto da corsa che condivide il divano di casa con Enzo, un Golden Retriever che gli fa da copilota ovunque il suo amico umano vada, tra gare preparate in salotto e giri suoi circuiti da corsa. Una vita in simbiosi la loro che Garth Stein ha raccontato in un best seller del 2008, L’arte di correre sotto la pioggia (Edizioni Piemme), diventato un film diretto da Simon Curtis intitolato Attraverso i miei occhi.

Attraverso i miei occhi
Una scena di Attraverso i miei occhi

Ed è proprio attraverso gli occhi di Enzo che conosciamo la sua vita e quella del suo padrone: dall’impegno che Danny mette nel suo lavoro all’amore per Eve (Amanda Seyfried) per la quale inizialmente il Golden Retriever prova una certa gelosia per poi lasciarsi andare ad una doppia dose di attenzioni e all’arrivo di Zoe, frutto della loro relazione. Nella versione originale di Attraverso i miei occhi (lo trovate su Disney+) è Kevin Costner a prestare la voce a Enzo, mentre nella versione italiana troviamo quella del compianto Gigi Proietti in una delle sue ultime incursioni cinematografiche in veste di doppiatore.

Una scena del film

L’ispirazione per il romanzo che ha dato poi vita al film venne a Garth Stein verso la fine degli anni Novanta quanto vide un documentario mongolo, State of Dogs, in cui si narrava la leggenda secondo la quale un cane, se preparato, può reincarnarsi nella sua prossima vita in un essere umano, dopo aver vagato libero per tutto il tempo che desidera sulle colline dove è stato seppellito. Questa leggenda e l’ascolto di una poesia, The Revenant, in cui il poeta Billy Collins sceglieva il punto di vista di un cane lo ispirarono per la scrittura del libro. Inoltre, come raccontato in Attraverso i miei occhi, Enzo è un ovvio omaggio al fondatore della Ferrari (anche se inizialmente Stein pensava di chiamare il cane Juan Pablo in onore di Juan Pablo Montoya ma sua moglie lo convinse a cambiarlo).

Attraverso i miei occhi
Milo Ventimiglia e Enzo in una scena di Attraverso i miei occhi

Per gli elementi inerenti alle gare, invece, lo scrittore ha attinto alla sua esperienza personale e a quella di un altro pilota suo amico che, all’inizio degli anni Duemila, ha vissuto delle difficoltà familiari come quelle raccontate nel romanzo prima e nel film poi. Un film capace di emozionare, tra lacrime (molte) e risate, Attraverso gli occhi, grazie ad un cane capace di mostrarci il senso della vita. Una lunga corsa fatta di ostacoli e curve che si possono superare solo se apriamo il nostro cuore all’altro.

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  • Attraverso i miei occhi: la recensione

Qui sotto potete vedere l’intervista a Milo Ventimiglia e Amanda Seyfried:

 

 

 

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