in

Asia Argento: «Il mio nuovo e inatteso disco, tra Syd Barrett, Frida Kahlo e Kurt Cobain…»

Un nuovo singolo, l’album, Holly, le ispirazioni: Asia Argento racconta il suo Music From My Bed

Asia Argento in uno scatto del fotografo belga Bart Kuykens .

ROMA – La collaborazione con gli Indochine, quel pezzo con Brian Molko, il video di Sean Lennon, e poi la scoperta di un producer portoghese, l’ascolto del secondo disco di Syd Barrett e il ricordo di Kurt Cobain. Parlare di musica con Asia Argento? Una montagna russa di generi e nomi, artisti e suoni, ispirazioni e ritornelli: «Ma perché per me la musica è più importante del cinema. Diciamo che è alla pari con la letteratura. Ascolto molto più dischi di quanto non veda film…», riflette lei prima di cominciare a raccontare la genesi del suo nuovo album, Music From My Bed, il primo dai tempi di Total Entropy (era il 2013), che uscirà il 12 novembre e di cui ha pubblicato il primo (notevole) singolo, I’m broken – prodotto da Holly e con gli scratches di un veterano come DJ Gruff – che potete ascoltare qui.

IL DISCO – «Da dove comincio? Dal fatto che questo album non doveva esistere. Non era proprio nei miei programmi. Non c’era. Sono partita per la Thailandia per un viaggio che doveva durare cinque settimane e dopo cinque giorni ero già a casa, con un ginocchio rotto. Il caso ha voluto che Bob Rifo (alias The Bloody Beetroots, nda) mi presentasse un giovane produttore portoghese, Holly, (ovvero Miguel Oliveira, nomination ai Grammy per l’album di Baauer, nda) che mi ha aperto un altro mondo e – soprattutto – mi ha cambiato prospettiva. Ero bloccata a letto, no? E allora perché non registrare un disco? Perché non trasformare tutto quel veleno in una medicina? Ecco come nasce Music From My Bed, il titolo è proprio letterale perché l’ho registrato a letto. È stato un caso, di cui sono grata al destino…».

Asia Argento in un (bello) scatto di Bart Kuykens.

HOLLY & GRUFF – «Così ho scaricato Ableton, mentre nel frattempo Holly mi mandava tracce su tracce su cui lavorare. Mi ha spedito più di quaranta beat, così ne ho scelti alcuni e ho cominciato a scriverci sopra dei testi, per metà in inglese, come I’m broken, per metà in romanesco (ride, nda). La base di I’m broken è firmata da lui, ma sopra ci ha fatto gli scratches DJ Gruff (Sandro Orrù, nda), beatmaker e produttore che conosco da una vita, dai tempi dei Sangue Misto. Sono sempre rimasta in contatto con lui perché lo stimo molto e così gli ho chiesto un’opinione su quello che stavo registrando. A lui è piaciuto tanto e mi ha mandato alcune cose che sono finite proprio su I’m broken».

Miguel Oliveira in arte Holly, classe 1995.

IO & FRIDA – «Sì, sulla copertina del singolo c’è un’illustrazione di Frida Kahlo firmata da Miguel Ángel Martín, fumettista spagnolo con cui sono amica virtuale da vent’anni. Negli anni Novanta ero una grande fan delle loro cose pubblicate dalla Topolin Edizioni qui in Italia. Un giorno ho visto questo acquerello di Frida Kahlo che si chiamava Broken. Era perfetto. Era la sintesi del brano che avevo scritto. Così ho contattato Miguel e lui mi ha regalato il dipinto. La cover del disco invece sarà una fotografia firmata da Jacopo Benassi, un caro amico che documenta il mio percorso da anni…».

Frida Kahlo rivista da Miguel Ángel Martín sulla copertina di I’m broken.

LA MUSICA – «La musica per me è sempre stata più importante del cinema. Sia da ascoltatrice che da artista. Ho perfino ricevuto un disco di platino in Francia e in Belgio per una canzone registrata con gli Indochine, Gloria (qui), per cui ho anche diretto un video. Brian Molko dei Placebo scrisse le due canzoni di Incompresa, mentre in Total Entropy c’erano Tim Burgess dei Charlatans, Hector Zazou, Anton Newcombe. Ho sempre continuato a fare musica, ma un disco tutto mio era da tanto che non lo facevo. Chi mi ha influenzato di più? Con Morgan c’è sicuramente stato uno scambio musicale molto alto e vederlo fare musica in studio e comporre mi ha aiutato. Il disco che mi ha salvato la vita? Forse Barrett, il secondo disco solista di Syd Barrett dopo The Madcap Laughs».

Asia Argento con Nicola Sirkis nel video di Gloria degli Indochine.

IO & KURT COBAIN – «Sono trent’anni che è uscito Nevermind, sì, e io Cobain ebbi anche la fortuna di incontrarlo. Quando, nel febbraio del 1994 venne a Tunnel, la trasmissione di Serena Dandini, la sorella di un amico lavorava lì e mi fece entrare. A un certo punto stavo seduta fuori dallo studio e mi trovai davanti Kurt. Mi chiese una sigaretta e poi si sedette accanto a me. Non sapevo che fare. Gli parlo? Sto zitta? Forse vuole che lo lascio solo? Fumammo in silenzio e poi mi alzai. Rimane ancora oggi un grande rimpianto. Il mio rapporto con i Nirvana? Li ho amati follemente, ma non quando uscì Nevermind. All’inizio ne parlavano tutti e cercavo di resistere. Io amavo gli Slint, il metal, il punk. Il grunge? Mi sembrava una moda. Poi una sera li vidi in America e rimasi folgorata. Non so quanti concerti ho visto, perfino al Roseland di New York (qui). Poi, nel tempo, li ho riscoperti di nuovo grazie ai miei figli. Credo che l’Unplugged di MTV rimanga un punto elevatissimo: le cover di Leadbelly e Bowie fanno capire cosa poteva ancora diventare Kurt…».

IL FUTURO – «Cosa farò dopo l’uscita di Music From My Bed? Ci sto pensando. Sto cercando di capire cosa e come fare. La mia idea sarebbe organizzare una tournée teatrale, trovando il modo giusto per portare un disco intimo come questo nei teatri. Stiamo anche capendo gli impegni di Holly per far coincidere le date, ma sarebbe bello riuscirci, sarebbe un modo per riunire alcune delle mie molte anime (ride, nda). C’è il titolo di un libro di Daniel Keyes che ho letto da poco che si addice perfettamente a me: Una stanza piena di gente…».

  • LA CANZONE | Qui potete ascoltare I’m broken di Asia Argento

Lascia un Commento

Comedians

Comedians | Arriva in streaming il film di Gabriele Salvatores

Carlo Cracco, Sabrina Ferilli e Diego Abatantuono raccontano Dinner Club

Il viaggio di Dinner Club raccontato da Carlo Cracco, Sabrina Ferilli e Diego Abatantuono