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Anni da Cane | Una (grande) Aurora Giovinazzo e i tormenti di un’irresistibile sedicenne

Nel film di Fabio Mollo anche Isabella Mottinelli, Luca Maria Vannucci e Federico Cesari. Su Prime Video

Anni da Cane
Anni da Cane

ROMA – Paura e distanze, sogni grandi e nuovi inizi, confusione e pulsione. Vedendo Anni da Cane di Fabio Mollo (e scritto da Mary Stella Brugiati e Alessandro Bosi) ci è venuta in mente una memorabile puntata di Dawson’s Creek – I Miei Primi Sedici Anni, della seconda stagione – in cui Dawson, in preda ad una crisi esistenziale distrugge la sua cameretta e dice basta alle illusioni dell’adolescenza. Qui, invece, la protagonista sedici anni li sta per compiere, ma si porta addosso comunque un’ansia fortissima. Quale? Quella di essere afflitta da una specie di inusuale maledizione, ossia avere gli anni di un cane. Dunque, secondo l’ipotesi, Stella (Aurora Giovinazzo, è nata una star) ha la stessa età umana del suo cane Piedino, ovvero 112 anni.

Anni da Cane
Aurora Giovinazzo, Isabella Mottinelli e Luca Maria Vannucci in Anni da Cane

Va da sé che il tempo che le resta è poco, e allora stila una lista di cose da fare nel più breve tempo possibile: imbucarsi ad un concerto, far fallire una festa, guidare, ottenere un colloquio, pomiciare, ubriacarsi, scopare. Per spuntare ogni voce si farà aiutare dai suoi migliori amici, Nina (Isabella Mottinelli) e Giulio (Luca Maria Vannucci). A leggere il plot di Anni da Cane (presentato ad Alice nella Città e in streaming esclusivo su Prime Video) sembrerebbe l’ennesimo film su una teen-ager in rotta con sé stessa, eppure quella del bravo Mollo diventa una deliziosa variazione sul tema in cui gli stereotipi sono rigirati e trattati con la giusta misura da teen-movie perfetto. In breve, la protagonista Stella – dagli occhi grandi e dai capelli arruffati – è l’esempio dell’adolescenza vissuta al massimo, di quando la mattina si faceva frettolosamente colazione e poi, dai banchi del liceo, si guardava fuori la finestra sognando una felicità dai contorni astratti.

Anni da Cane
Te dimmi dove sei mi faccio tutta Roma a piedi…

Non c’è tempo, ripete Stella, non c’è tempo perché a sedici anni qualsiasi cosa viene vissuta in modo profondo e (in)cosciente, mentre la playlist casuale sull’iPhone torna su quella canzone che non vorresti più ascoltare. Quella traccia che graffia e ti fa maledire il giorno in cui l’hai incontrato, credendo che il mondo fosse un posto bellissimo, come bellissima è l’alba vista dal Gianicolo di Roma. Ma ancora di più il film è la storia colorata e sgangherata di una ragazza profondamente ferita da un drammatico episodio, mentre la messa in scena affronta il sottotesto con una dolcezza spassionata e uno spiccato coinvolgimento emozionale, enfatizzato da una colonna sonora che non sbaglia una traccia: Achille Lauro (con tanto di comparsata!), Coez, Ariete, Miss Keta, Blanco, Ginevra.

Al Gianicolo…

Sono loro la soundtrack di Stella, quella che detta il tempo e l’umore del film, sintonizzato su due frequenze opposte ma contingenti. Infatti Fabio Mollo – che ha un’idea di regia ben precisa – in Anni da Cane alterna in modo sincero e mai scontato gli occhi lucidi alle risate, portandoci su di una montagna russa che ci fa tornare alla mente proprio il tumulto e la meraviglia dei sedici anni. Tutto si mischia e tutto si confonde, dalla notte al giorno nel giro di un attimo che sa già di ricordi lontani. Come Stella, che corre e non si ferma davanti a nulla (al contrario del “lento” Matte, l’emblema del primo amore, interpretato da un bravissimo Federico Cesari), tra i sacrosanti sbagli e la voglia di vivere davvero fino in fondo. Perché, come canta Ariete in Venerdì, “Ti cerco un po’ ovunque, quando giro di notte stiro dentro un bar qualunque. Quando scrivo una strofa, ma non arrivo mai al dunque. Che poi non sono brava a dirti quel che penso sempre, però mi vedi dentro e so che con te non mi serve”.

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L’intervista ad Aurora Giovinazzo, Isabella Mottinelli, Luca Maria Vannuccini:

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