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American Pastoral | Ewan McGregor e la fine del sogno americano di Philip Roth

L’attore e il suo debutto alla regia con l’adattamento di uno dei romanzi simbolo del XX secolo

american pastoral

ROMA – Non sapremo mai quale sarebbe stata la reazione di Philip Roth a Il complotto contro l’America, la miniserie HBO del 2020 tratta dal suo omonimo romanzo. Lo scrittore, morto nel 2018 nella sua casa di New York per un’insufficienza cardiaca, aveva però potuto vedere American Pastoral, film del 2016 diretto e interpretato da Ewan McGregor. L’unico adattamento, a detta del suo autore, all’altezza del romanzo. L’unico in grado di restituire tutta la complessità di quelle pagine che valsero a Roth il Premio Pulitzer per la narrativa nel 1998. La ricostruzione immaginaria della vita dello “Svedese” per opera dell’alter ego dello scrittore, Nathan Zuckerman.

American Pastoral
Una scena di American Pastoral

Nel periodo del dopo guerra, pieno di ottimismo e innocenza, l’atleta del liceo Seymour “lo Svedese” Levov (McGregor) sposa Dawn (Jennifer Connelly), Miss New Jersey ed eredita l’azienda multimilionaria di guanti del padre, con cui inizia una vita serena, crescendo la sua amata figlia Merry (Dakota Fanning) in una casa nel tranquillo ed esclusivo quartiere di Old Rimrock, New Jersey. In apparenza, lo Svedese è un pilastro della sua comunità, un simbolo della “greatest generation” dotato di un’infallibile fiducia nelle promesse del Sogno Americano. Negli anni Sessanta, nel mezzo delle agitazioni causate dalla Guerra del Vietnam, un’arrabbiata e sempre più estremista Merry, diventa la principale sospettata di un incredibile atto di violenza letale nella cittadina di provincia. Seymour, determinato a fare i conti con ciò che è successo ai suoi cari, si imbarca in una missione che ha come obiettivo non solo di ritrovare la fuggitiva Merry, ma anche di ricostruire la famiglia Levov e il suo stesso cuore.

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Ewan McGregor sul set dl film

American Pastoral, basandosi sul romanzo di Philip Roth, fa il resoconto dei profondi cambiamenti della vita americana degli ultimi cinquant’anni. L’adattamento però si focalizza sulla ricerca dello Svedese della figlia, ma soprattutto su temi come l’incertezza, i cambiamenti del destino, la famiglia e la perdita, la cui trasposizione sul grande schermo ha impegnato la produzione per oltre tredici anni. «La sceneggiatura mi ha toccato profondamente e sono stato catturato dallo Svedese e dall’analisi della relazione padre-figlia», racconta McGregor che qui debutta alla regia, «È un uomo che crede fermamente nel vivere la sua vita in modo giusto. È un prodotto del dopoguerra e incarna in modo totale l’idea che un tempo ci fosse un Sogno Americano apparentemente raggiungibile. In un certo senso, lo Svedese è il Sogno Americano e sua figlia Merry è gli anni Sessanta».

American Pastoral
Una scena di American Pastoral

«Nel corso della sua vita, lo Svedese fa sempre quello che la gente si aspetta da lui, quello che desidera lui faccia. Non perde mai le sue convinzioni morali su cosa sia giusto o sbagliato. Ma per certi versi questa è la sua rovina. La moglie Dawn, va avanti verso un’altra vita, ma lo Svedese cerca sempre di tenere tutte le cose insieme, di renderle nuovamente perfette», continua il regista/interprete che nel film fa rivivere la domande alla base del libro di Roth. Com’è possibile che una tragedia di queste proporzioni sia accaduta proprio allo Svedese, la persona che per tutta la sua vita ha incarnato il Sogno Americano? E dal momento che American Pastoral si svolge attraverso diversi decenni di veloci cambiamenti culturali, anche le scenografie del film hanno un aspetto e una tavolazza di colori che riflette i tempi.

Dietro le quinte del film

Per ottenere questo risultato, Ewan McGregor ha lavorato a stretto contatto con un team guidato dal direttore della fotografia, Martin Ruhe, lo scenografo Daniel B. Clancy e la costumista Lindsay Ann McKay. L’approccio scelto è stato quello di creare un’eco visiva ai radicali cambiamenti nella vita dello Svedese, dalla promessa, alla catastrofe e poi all’ossessione. Per cui, una tavolozza di colori vibranti domina l’inizio di American Pastoral, a specchio delle luccicanti speranze dell’America del dopoguerra. Dopo che la bomba distrugge l’ufficio postale di Old Rimrock (e la famiglia Levov) i colori cominciano a svanire, in parallelo con il drammatico cambiamento nel destino dello Svedese. Per questo lo scenografo Clancy si è ispirato al pittore Edward Hopper e ai suoi quadri, ritratti realistici dell’America anni Cinquanta, intrisi però di triste mistero e desiderio. Lo stesso che abbraccia la famiglia Levov.

Qui potete vedere il trailer del film:

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