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Dai fratelli Lumière al digitale: il futuro del cinema, un’invenzione di 125 anni

28 dicembre 1895: i Lumière proiettano 10 corti al Salon Indien del Grand Café di Parigi. Nasce il cinema

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Illustrazione di Aleksandr Khlivnyuk

ROMA – Nel bel mezzo di una pandemia con le sale cinematografiche chiuse da ottobre, il cinema compie 125 anni. Era il 28 dicembre 1895 quando i fratelli Auguste e Louis Lumière al Salon Indien del Grand Café, boulevard des Capucines, Parigi, proiettarono per un pubblico di circa trenta spettatori dieci cortometraggi (in Italia arrivò un anno dopo, a Roma). Un anniversario – celebrato dalla Cineteca di Bologna sulla piattaforma Il Cinema Ritrovato fuori sala – dal forte valore simbolico per un anno in cui la settima arte ha vissuto il suo anno più complesso e, allo stesso tempo forse, il più rivoluzionario. Il 2020 ha infatti anticipato di una manciata di anni quella polivalenza tra sala e streaming, tra proiezioni collettive e solitarie visioni in digitale.

Mentre la Warner Bros ha stretto un accordo con la HBO Max per l’uscita in piattaforma dei suoi titoli in programma per il 2021 – con annesse critiche da parte di registi come Christopher Nolan e Denis Villeneuve – Tom Hanks una manciata di giorni fa ha rilasciato un’intervista a Collider per la promozione di News of the World in cui ha detto la sua sul possibile futuro del cinema: «Siamo nel mezzo di un cambiamento epocale, simile all’introduzione dei VHS e dei DVD. Questo cambierà tutto e le persone preferiranno godersi un bel film d’autore in casa. I cinema sopravvivranno? Sì, certo. In futuro, gli esercenti mostreranno ciò che vorranno e prediligeranno i grandi blockbuster stile Marvel».

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I dieci cortometraggi proiettati il 28 dicembre 1895

Eppure quei dieci cortometraggi proiettati un sabato di dicembre di 125 anni fa diedero il via ad un modo nuovo di intendere la collettività. L’uscita dalle officine Lumière, con quella camera fissa che riprendeva uomini e donne uscire dalla fabbrica di Montplaisir e che segna l’inizio del cinema come lo conosciamo, o Il giardiniere (chi bagna finisce bagnato), primo film comico della storia, emozionarono e divertirono le trentatré persone sedute nel buio di quella sala. Primo rito destinato poi a ripetersi per oltre un secolo con buona pace della stampa che quel giorno disertò in massa l’invito dei fratelli Lumière per poi ricredersi come le duemila persone che affollarono il marciapiede antistante il Salon Indien del Grand Café del IX arrondissement di Parigi.

La magia dell’immagine in movimento era appena iniziata. E lo capì bene anche Georges Mélies (futuro padre del cinema di fantascienza, degli effetti speciali e del montaggio), l’illusionista seduto tra quei primi spettatori che a fine proiezione si diresse spedito in direzione di Antoine Lumière, padre dei fratelli, per chiedergli di vendergli il Cinématographe. Ma da veri imprenditori quali erano, i Lumière decisero di limitare quanto più possibile la concorrenza dando vita ad un vero e proprio sistema: chi era interessato al cinematografo avrebbe ricevuto in concessione l’invenzione del secolo e con l’aiuto di personale preparato avrebbe dato il via ad una sala cinematografica vera e propria (dando ai fratelli il 50% dell’incasso).

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Il primo poster cinematografico della Storia

Nasce così il cinema come lo conosciamo oggi. Un’industria gigantesca fatta di star e attrezzisti, sceneggiatori e costumisti, compositori e registi che da 125 anni inventano mondi, storie e personaggi. Un mondo fatto di miti e leggende che dal movimento espressionista agli Studios hollywoodiani, dalla Nouvelle Vague al Neorealismo fino all’unione tra cinema e piattaforme ha continuato a mutare forma, evolvendosi. Ecco perché siamo certi che la sala buia immaginata da due fratelli 125 anni fa ha davanti a sé ancora un lungo futuro. Sicuramente diverso da quello che conosciamo oggi, ma non per questo meno glorioso. Buon futuro, cinema!

Qui potete vedere il corto Il giardiniere (chi bagna finisce bagnato):

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