ROMA – Era il 2016 quando Michael Grandage, regista britannico conosciuto per i suoi lavori teatrali, esordì al cinema con Genius. Una pellicola tratta da una storia vera, quella dell’amicizia tra l’editor Maxwell Perkins e lo scrittore Thomas Wolfe. A sei anni di distanza Grandage è tornato dietro la macchina da presa per raccontare un’altra storia vera. Quella di un altro scrittore, E. M. Forster, autore di romanzi come Camera con vista e Maurice e della sua lunga relazione con un con un poliziotto sposato, Bob Buckingham. L’adattamento cinematografico targato Prime Video di My Policeman, romanzo del 2012 scritto da Bethan Roberts.

Ambientato tra la Brighton degli anni Cinquanta e quella del 1999, il film racconta di un triangolo sentimentale lungo quarant’anni. Quello tra il poliziotto Tom Burgess (Harry Styles da giovane, Linus Roache da anziano) sua moglie Marion (Emma Corrin da giovane, Gina McKee da anziana) e Patrick Hazelwood (David Dawson da giovane, Ruper Everett da anziano), uomo di cui è segretamente innamorato. La loro relazione verrà tenuta nascosta a causa dell’intolleranza della società dell’epoca fino a quando Marion, scoperta la verità, non esporrà pubblicamente, con una lettera anonima, l’omosessualità di Patrick che sconterà un anno di galera. Anni dopo sarà proprio Marion, contro il volere di Tom, ad ospitare in casa Patrick debilitato da un ictus, facendo ritornare a galla i ricordi di una passato mai dimenticato.

La divisione temporale di My Policeman viene sottolineata da Michael Grandage grazie alla fotografia di Ben Davis, calda e brillante negli anni Cinquanta, livida e sui toni grigio una volta che i protagonisti sono divenuti adulti. A permettere il continuo passaggio tra passato e presente il diario di Patrick che Marion legge e attraverso il quale rivive il suo matrimonio da un’angolazione differente, quella dell’uomo con il quale ha condiviso il marito per anni.

La sceneggiatura di Ron Nyswaner (già firma di Philadelphia) sottolinea i temi del romanzo, l’ipocrisia sociale dell’Inghilterra post conflitto mondiale, il compromesso e il senso di colpa che divorano i personaggi, ma il distacco tra gli attori nei diversi blocchi temporali rende poco fluido il passaggio da un’epoca all’altra (specie per il personaggio di Tom). Molto (forse troppo) classico nell’impostazione narrativa, My Policeman non ha con sé quella forza emotiva dirompente che una storia d’amore così sofferta come questa dovrebbe scatenare.
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