MILANO – Noushin e Mona sono madre e figlia, vivono sole in Iran e hanno creato un rapporto in cui le due si supportano a vicenda. Non hanno bisogno di nessun altro. Noushin è un’insegnante e Mona studia all’università, che vorrebbe poi continuare in Canada. Forse serviva lo sguardo di un regista giapponese come Takefumi Tsutsui per raccontare una storia dove la tragica condizione delle donne iraniane rimane sullo sfondo. E ci è riuscito con Hotel New Moon, disponibile nella rassegna di Sguardi Altrove – International Women’s Film Festival.

Hotel New Moon è un film sui rapporti umani e su come questi possono toccare molte vite, anche quelle di cui non si sa l’esistenza. Noushin l’ha imparato a sue spese, quando viveva in Giappone prima di tornare a Tehran. Mona, invece, è all’oscuro di tutto. Non sa nulla sul passato della madre, se non che suo padre è morto quando lei era molto piccola. Ma il passato, come spesso accade, è destinato a tornare e a chiedere il conto. Quando un misterioso uomo giapponese torna nella vita di Noushin, Mona inizia a dubitare di tutto ciò che le è stato raccontato.

Tsutsui riflette sulla fiducia, e su come i rapporti possono cambiare quando questa viene minata. Improvvisamente, quando scopre che il suo certificato di nascita originale riporta che è nata a Tokyo, Mona si ritrova a vacillare senza punti di riferimento. Non sa più cosa sia reale e cosa non lo sia, e tenta di navigare da sola nella confusione che la circonda. Noushin, dal canto suo, pensa di sapere cosa è meglio per la figlia, senza però davvero ascoltarla. Non riesce a capire che l’unica cosa che la giovane chiede, è sapere la verità sulle sue origini.

In una co-produzione tra Iran e Giappone, Hotel New Moon – che nelle intenzioni del suo autore racconta dell’ospitalità e della gentilezza del popolo iraniano – ripesca anche dalla Storia realtà che spesso vengono dimenticate, come la vicinanza tra i due Paesi. Pochi infatti ricordano come negli anni Novanta molte persone iraniane emigravano per lavoro o per studio in Giappone, terra ospitale che li accoglieva e offriva loro nuove prospettive. Per questo la storia creata da Takefumi Tsutsui si può considerare universale: nonostante sia ambientata in Iran, affronta temi che possono essere compresi da tutti.

Le due protagoniste si immergono così in un viaggio nel passato, doloroso per entrambe, anche se per motivi diversi. Mona è ansiosa di scoprire la verità, Noushin deve imparare a parlare e confidare che la figlia sia abbastanza matura per comprendere le scelte di molti anni prima. E alla fine la ricompensa è un nuovo rapporto in cui la rinnovata fiducia si accompagna a un amore ancora più grande. Nel suo racconto dolce-amaro, Hotel New Moon sfida una rappresentazione dell’Iran diversa da quella che solitamente conosciamo. Una che, per una volta, vuole lasciare i drammi della realtà fuori dallo schermo.
Lascia un Commento