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Free Guy | Citazioni pop e Ryan Reynolds: il film perfetto per tutti i gamers

Realtà o realtà virtuale? Shawn Levy dirige il film perfetto per gli appassionati di videogiochi

Ryan Reynolds nel banner di Free Guy
Ryan Reynolds nel banner di Free Guy

ROMA – Che sia realtà o realtà virtuale, l’unica cosa che conta è una soltanto: essere sé stessi. Nonostante tutto, nonostante un mondo decisamente pericoloso, pronto a triturare “le brave persone”. Dietro una mole di effetti visivi, citazioni pop e termini spudoratamente geek (tra skillare, killare e aggrare, lo ammettiamo, alcuni siamo andati a cercarli su Google…) Free Guy – Eroe per Gioco di Shawn Levy – lo trovate su CHILI -, parlando il gergo dei gamer (sì, questo è il loro film definitivo), in sala ora, spiega anche quanto sia essenziale, oggi, inseguire il proprio volere, liberarsi dagli schemi e affrontare con coraggio e perseveranza le sfide quotidiane, grandi o piccole che siano. Certo, come detto, prima del messaggio finale c’è anche e soprattutto un film che parla ad un pubblico ben preciso, e che fa egregiamente il suo lavoro: essere un pop-corn movie ad alto tasso di intrattenimento.

Jodie Comer è Molotov Girl e Ryan Reynolds è Guy in Free Guy
Jodie Comer è Molotov Girl e Ryan Reynolds è Guy in Free Guy

Se Shaw Levy sta dietro la macchina da presa, l’intuizione per la storia l’hanno avuta Matt Lieberman (che aveva già scritto Scooby! e Qualcuno Salvi il Natale) e Zak Penn (lo stesso di Ready Player One e… The Avengers!), che ci portano a Free City, dove Guy (Ryan Reynolds, perfetto quando non si prende sul serio) vive le sue giornata nel modo più ordinario possibile: stesso caffè, stessa camicia, stessa strada e stesse frasi ripetute in loop. Insomma, la più classica delle classiche vite ordinarie, non fosse che la città in cui vive non è altro che la cornice di un videogames on-line open word, giocato da milioni di utenti in tutto il mondo liberi di sparare, rapinare, picchiare e guadagnare punti bonus per arricchire il proprio armamentario.

free guy
A spasso per Free City

E il placido Guy, come molti altri abitanti di Free City, non è altro che un semplice PNG (personaggio-non-giocante) che non dovrebbe uscire fuori dagli schemi impostati dall’algoritmo. Condizionale è d’obbligo, dato che Guy è diverso dagli altri e, più o meno improvvisamente, inizia a provare delle emozioni, si pone delle domande e finisce per innamorarsi di Molotov Girl, la tostissima avatar guidata da Millie (Jodie Comer), ossia la vera ideatrice del progetto originale di Free City, caduto poi nelle mani di Antonie (Taika Waititi) che ne vuole sviluppare un franchise sfruttando la genialità del suo team creativo, di cui fa parte anche Keys (Joe Kerry) segretamente innamorato di Millie.

Jodie Comer e Joe Keery in Free Guy
Jodie Comer e Joe Keery in Free Guy

E sì, forse avete ragione: spiegata così, la trama del film di Shawn Levy (ah già, dall’11 agosto al cinema), potrebbe non essere di facile comprensione, ma vi garantiamo che – per quanto scritto all’inizio della recensione – è più facile di quanto pensiate. L’idea di fondo, infatti, è quella di far incontrare un po’ The Truman Show e un po’ GTA, un po’ Ready Player One e un po’ The Sims, un po’ Tron e un po’ The Witcher, pur avendo la brillante idea di riscrivere il ruolo dei tanto bistrattati Non-Player Character, vittime silenziose dei gamer, divenendo in Free Guy metafora di rivoluzione ed emancipazione. Dentro e, soprattutto, fuori dallo schermo.

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La video intervita a Shaw Levy è a cura di Damiano Panattoni:

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