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Y: L’Ultimo Uomo | L’apocalisse senza maschi e quel futuro (in)aspettato

Il fumetto di Brian K. Vaughan e Pia Guerra è diventato una serie tv. In streaming su Disney+

Y: L'Ultimo Uomo
Y: L'Ultimo Uomo

ROMA – Che viaggio è stato per la graphic novel di Brian K. Vaughan e Pia Guerra. Un viaggio lungo e complicato, a cominciare dall’idea mai messa in pratica di farne un film nel 2010. Idea complessa, dato che era quasi impossibile tradurre per immagine una collana di sessanta volumi (targati DC Comics) in una pellicola di due ore. Dunque, messo da parte il lungometraggio, ecco che è arrivata in soccorso la serialità, capace di portare sul piccolo schermo l’amatissimo e decisamente denso Y: L’Ultimo Uomo (Y: The Last Man) che, in otto puntate sviluppate da Eliza Clark (targate FX on Hulu, e in Italia su STAR di Disney+), ci porta in un universo post-apocalittico dove sono morti (quasi) tutti i mammiferi maschi. Uomini compresi. Allora, ecco che nella prima puntata facciamo la conoscenze del protagonista, Yorick Brown (Ben Schnetzer), mentre cammina per le strade vuote di una città con affianco la sua scimmietta, Ampersand.

y: l'ultimo uomo
L’inizio…

Tutto è immobile, non gira un’anima viva e, da come sono parcheggiate le macchine, sembra ovvio che si appena passata l’apocalisse. Tre settimane prima uno strano evento ha ucciso tutti coloro che avevano un cromosoma Y, eccetto Yorick – uomo cisgender – che si imbatte casualmente in una scimmia, anch’essa sopravvissuta nonostante fosse un maschio. Cosa è successo? Lo scopriamo nei primi due episodi, che introducono la cornice e le protagoniste femminili. Già perché, come avrete capito, sulla faccia della terra le uniche sopravvissute sono le donne, che dovranno instaurare una società matriarcale e ripristinare quello che è andato perduto, provando a costruire una realtà migliore, tentando di vivere “qui e ora” senza contemplare l’ovvia estinzione futura del genere umano che dipende totalmente da Yorick, divenuto suo malgrado un tesoro prezioso e pericoloso.

Ben Schnetzer in Y: L'Ultimo Uomo
Ben Schnetzer in Y: L’Ultimo Uomo

Dunque, mentre lo show rimbalza fra genetisti, i complotti, la sete di potere e sprazzi di attualità (ma niente pandemia, anche basta trovare assonanze tra la situazione reale e le atmosfere distopiche!), ecco che appare lampante quanto il primo ciclo de Y: L’Ultimo Uomo abbia finalmente trovato la sua trasposizione perfetta, alternando riuscitissime scene action ad un’intimità – a volte – potentemente emozionale. Non era facile, perché la saga di Brian K. Vaughan e Pia Guerra non è materiale semplice o semplicistico, e i temi affrontati lasciano un larghissimo spettro. Per esempio, tra le protagoniste, c’è una brava Diane Lane alias Jennifer Brown, madre di Yorik e membro del Congresso, che prende la carica di Presidente degli Stati Uniti. È grazie a lei che la serie sterza verso una piega sociale e politica, sottolineando quanto gli uomini – da sempre – abbiano ricoperto ruoli importanti lasciando le donne ai margini.

y: l'ultimo uomo
Diane Lane è Jennifer Brown

Ora le cose sono cambiate (o almeno sono cambiate nell’universo di Y: L’Ultimo Uomo…) e quindi il violento ribaltamento di fronte crea un corto circuito in cui l’estremo bisogno di sopravvivenza deve fare i conti con un pianeta formato interamente da quelle donne emarginate da una società maschile e maschilista. Le certezze sono crollate e, con loro, la concezione di un mondo equilibrato, libero e giusto. Insomma, senza scomodare la preveggenza, Brian K. Vaughan e Pia Guerra nel 2002 avevano immaginato un mondo prossimo stravolto e stravolgente, in cui la figura femminile sarebbe stato un nuovo centro di gravità, pur con le ovvio e pericolose complessità del caso. Ma, ancora di più, Y: L’Ultimo Uomo è una serie disegnata per durare a lungo (i volumi sono sessanta) e prendere parte ad un nuovo immaginario pop e collettivo ormai orfano di The Walking Dead.

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Qui il trailer di Y: L’Ultimo Uomo:

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